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Occupata la chiesa di Sant’Antonio a Tarsia: “Ci andranno i senzatetto”

La storica Chiesa di Sant’Antonio a Tarsia, nel cuore del quartiere Montesanto, è stata riaperta dai volontari di Potere al Popolo: ospiterà i senzatetto.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Riapre la Chiesa di Sant’Antonio a Tarsia, nel cuore del quartiere Montesanto. Ma non per "fini" religiosi: l'imponente struttura, infatti, era da anni chiusa ed abbandonata, sottoposta a vandalismi e saccheggiamenti di ogni tipo. Ma quest'oggi è stata riaperta dei volontari di Potere al Popolo, il movimento politico che si presenterà alle elezioni nazionali il prossimo 4 marzo.

Il lavoro dei volontari ha permesso di "restituire" alla chiesa un proprio rango, ma soprattutto ha avuto il grande merito di restituirla alla comunità. Al suo interno, infatti, accoglierà le persone senza fissa dimora, "che rischiano di morire di freddo in strada nell'indifferenza istituzionale", spiegano in un comunicato i componenti della sezione di Napoli del movimento.

"Cinque milioni di poveri in Italia, migliaia di edifici vuoti e inutilizzati", prosegue ancora la nota, "se nessuno ci pensa, iniziamo a farlo noi, dal basso. Per qualcuno la campagna elettorale è sparare la promessa più grossa, per noi", continua il comunicato, "è organizzare la solidarietà, essere presenti sui territori, ritornare a far sì che la politica sia innanzitutto aiuto reciproco, sia vicina alle persone, a cominciare dagli ultimi".

La Chiesa di Sant'Antonio a Tarsia fu eretta nel quartiere di Montesanto nel 1550, quando Napoli era un Viceregno spagnolo su cui governava in quel periodo Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga (conosciuto come "Don Pedro"), sul terreno donati da Evangelista Perrone al capitolo di San Giovanni in Laterano per costruire una chiesa dedicata alla Santissima Maria del Soccorso. Passato poi il suolo ai francescani, divenne sede di un nuovo tempio, chiamato Santo Spirito (in napoletano, Spiritosantiello, vista la presenza di un'omonima chiesa nei suoi pressi). Forse anche per distinguere l'una dall'altra, alla fine è prevalso l'attuale nome, vista l'immagine di Sant'Antonio da Padova presente al suo interno.

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