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Morbo di Crohn, intervento chirurgico al Policlinico Federico II di Napoli riduce rischio recidiva

Una equipe chirurgica del Policlinico Federico II di Napoli ha messo a punto un nuovo trattamento chirurgico per i pazienti affetti da malattia di Crohn: sperimentato da quattro anni, ha dimostrato di poter ridurre significativamente la percentuale di recidiva post chirurgica. I risultati della ricerca verranno pubblicati sulla rivista Annals of Surgery.
A cura di Nico Falco
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Un nuovo trattamento chirurgico per il morbo di Crohn è stato elaborato nel Policlinico Federico II di Napoli, nel Dipartimento ad Attività Integrata di Gastroenterologia, Endocrinologia e Chirurgia Endoscopia diretto dal professor Giovanni Domenico De Palma. L'equipe chirurgica ha sperimentato un intervento con una nuova tecnica, rilevando negli ultimi anni che è in grado di ridurre in maniera significativa la percentuale di recidiva post-chirurgica nella malattia di Crohn, senza far registrare eccessive complicanze o differenze in termini di sicurezza; il trattamento è stato messo a punto dall'equipe diretta dal professor Luigi Bucci e, a seguire, dal professor Gaetano Luglio, in collaborazione con l'equipe con l’equipe gastroenterologica dell’Unità Operativa Semplice di Terapie avanzate delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, guidata dalla prof.ssa Fabiana Castiglione. 

Per mettere a punto questo nuovo tipo di intervento – sottolinea il prof. De Palma – lo studio è durato oltre quattro anni e i risultati saranno a breve pubblicati sulla rivista internazionale Annals of Surgery, una delle più prestigiose al mondo nel campo della chirurgia generale”.

Ridurre la percentuale di recidiva è uno degli obiettivi dei trattamenti per questo tipo di malattia. Il morbo di Crohn, infatti, è una malattia infiammatoria cronica intestinale che può colpire il tubo digerente e i pazienti, nella maggior parte dei casi nella fascia d'età dei giovani adulti, vanno incontro a uno o più interventi chirurgici all'intestino nel corso della propria vita e nonostante ciò la malattia si ripresenta dopo l'operazione.

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, che ho l’onore di dirigere, si avvale di competenze scientifiche ed assistenziali di altissimo livello – sottolinea l'avvocato Anna Iervolino, direttore generale dell'AOU Federico II – la nuova tecnica chirurgica realizzata dalla nostra equipe conferma quanto l’attività di ricerca scientifica sia determinante per il miglioramento continuo dell’assistenza, concorrendo così ad ampliare l’offerta sanitaria della Regione Campania, che è oggi in grado di fornire risposte concrete e sempre più innovative ai bisogni di salute dei cittadini”.

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