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Ragazzo morì facendo jogging nel bosco di Capodimonte, condannato ex soprintendente

Antonio Barbatelli, 20 anni, precipitò in un fosso nell’agosto del 2011 mentre correva nel Real Bosco di Capodimonte. L’ex soprintendente dei Beni architettonici di Napoli, Stefano Gizzi, il direttore del Real Bosco di Capodimonte, Guido Gullo e il responsabile del Servizio di Prevenzione Renzo Biagioni, condannati a quattro mesi di reclusione con l’accusa di omicidio colposo.
A cura di Enrico Tata
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Antonio Barbatelli morì a 20 anni nell'agosto del 2011 mentre stava facendo jogging nel Real Bosco di Capodimonte, Napoli. Il ragazzo cadde in un fosso alto oltre dieci metri e fu ritrovato solo il giorno dopo la sua scomparsa. Per la sua morte pagheranno l'ex soprintendente dei Beni architettonici di Napoli, Stefano Gizzi, il direttore del Real Bosco di Capodimonte, Guido Gullo e il responsabile del Servizio di Prevenzione Renzo Biagioni, condannati a quattro mesi di reclusione con l'accusa di omicidio colposo. La sentenza è stata emessa oggi dal giudice monocratico del tribunale di Napoli, Federico Somma, che ha accolto le richieste del pm e dei legali della famiglia Barbatelli. Gli imputati sono stati condannati anche al risarcimento dei danni in sede civile in solido con i responsabili civili.

Stando a quanto accertato dai magistrati, Antonio si trovava sul sentiero che costeggia il vallone Amendola, un percorso che all'epoca non era stato interdetto ai visitatori nonostante la sua pericolosità. "Questa sentenza contribuisce in modo importante a poter dire che la morte di Antonio non fu inutile in quanto stabilisce che occorre riporre sempre la massima attenzione alla cura della sicurezza dei luoghi accessibili all'utenza pubblica e fruibili dai cittadini, siano essi strade o parchi. Interdire l'area e effettuare tempestivamente lavori di messa in sicurezza sono doveri civili primari di chi gestisce la cosa pubblica", è stato il commento del legale della famiglia.

"Abbiamo sempre sostenuto che questa tragedia poteva essere evitata se, nel parco di Capodimonte, si fossero poste in atto per tempo le normali attivita' per la messa in sicurezza dei luoghi considerati a rischio. Le operazioni di soccorso, che avrebbero potuto salvare Antonio, a nostro avviso non scattarono tempestivamente, appena arrivata la notizia della scomparsa. Si aspettò troppo. E' giusto che i responsabili e in particolare l'allora soprintendente paghino per i loro errori", ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

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