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Morì per una trasfusione di sangue infetto 35 anni fa: risarcimento da 1 milione di euro alla famiglia

Risarcimento record quello accordato alla famiglia di una donna che, nel 1983, subì una trasfusione di sangue infetto all’ospedale di Caserta: 1 milione e 50 mila euro. La donna, proprio a causa del sangue infetto, è andata in contro ad una serie di patologie, tra cui un tumore al fegato e una cirrosi epatica, che nel 2011 l’hanno portata alla morte.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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CASERTA – Un risarcimento cospicuo, quasi da record, quello ottenuto da una famiglia di Caivano, nella provincia di Napoli. La storia comincia nel 1983, quando una donna di 67 anni, originaria appunto della cittadina della provincia partenopea, riceve una trasfusione di sangue infetto all'ospedale di Caserta. La trasfusione provoca nella donna una serie di patologie, tra cui un cancro al fegato e una cirrosi epatica da epatite C, che ne causano la morte, a 67 anni, nel 2011. Per la vicenda, occorsa oltre 35 anni fa, il Ministero della Salute è stato condannato a risarcire la famiglia della vittima con una cifra da capogiro: 1 milione e 50mila euro.

Secondo la sentenza, in risposta al ricorso presentato da Renato Mattarelli, legale della famiglia della vittima, il Ministero della Salute avrebbe potuto fare di più per eliminare o ridurre sensibilmente i rischi del contagio. La donna, nel 1983, anno in cui subì la trasfusione di sangue infetto, aveva 39 anni. L'immissione in circolo del sangue infetto, come detto, ha provocato una serie di patologie che, quasi 30 anni dopo, hanno portato la donna alla morte.

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