Morte di Davide Bifolco, oggi l’udienza preliminare del processo. I testimoni ritrattano
Si tiene oggi l'udienza preliminare del processo per la morte di Davide Bifolco, il diciassettenne ucciso dal colpo dell'arma di ordinanza di un carabiniere la mattina del 5 settembre scorso al culmine di un inseguimento. Il quadro della tragedia avvenuta nel rione Traiano di Napoli a a nove mesi di distanza appare molto diverso. Alcuni dei testimoni che avevano riferito ai media, nei giorni seguenti al fatto riportato da tutti i giornali nazionali, particolari degli attimi che precedettero l'arrivo, sul posto, dell'ambulanza e dei rinforzi dell'Arma, hanno ritrattato le loro dichiarazioni.
Quella notte, 10 minuti dopo le due, in tre, tra cui il diciassettene Davide, viaggiavano in sella ad uno scooter nelle strade della periferia napoletana. I carabinieri erano in allerta per la presenza in zona del latitante ventenne Arturo Equabile, segnalato dalla comunicazioni radio dalla centrale a bordo di un motociclo, insieme a due persone. Quando passa Davide senza fermarsi all'alt, i militari si convincono che sullo scooter ci sia Equabile. Parte l'inseguimento che si conclude pochi minuti dopo con un'altra comunicazione tra i carabinieri e la centrale. Il militare che ha sparato chiede un'ambulanza perché, la comunicazione è agli atti del processo, inciampando sul marciapiede gli è partito un colpo, quello che ha ucciso Davide. Poche ore dopo scoppia il caos e la rabbia del quartiere e alcuni testimoni rilasciano dichiarazioni che fanno insorgere il dubbio che non sia stato un incidente.
Oggi, in vista del processo è lo stesso Marco Verdile, che assistette alla scena dal suo balcone, a ritrattare tutto, come riporta il Mattino, dichiarando di non aver "assolutamente sicuro che Davide fosse di spalle quando è stato raggiunto dal colpo". Il ragazzo, che era affacciato, come riferisce, dichiara inoltre di non essere neanche "sicuro che Davide fosse ammanettato e a pancia in giù", versione fornita a caldo ai media, e di non avere neanche visto se fosse poi stato girato a pancia in su dai militari. "Questa cosa qui l'ho riportata" spiega "perché mi era stata riferita da un amico". La ricostruzione delineata crolla, ma resta, confermato dagli stessi testimoni un unico punto fermo: quella sera sullo scooter non c'era Equabile, ma solo Davide e due amici. Punto a capo. Per ricostruire i fatti di quella sera ci sono però le chiamate – 43 in tutto – tra la centrale e i due militari.