Morte di Salvatore Giordano, sette rinviati a giudizio
"Negligenza, imperizia, imprudenza, inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline" sono le accuse di cui devono rispondere i sette rinviati a giudizio nel processo per la morte di Salvatore Giordano, il 15enne ferito a morte dal crollo dei calcinacci avvenuto nella Galleria Umberto I a Napoli il 5 giugno 2014. Il ragazzino stava passeggiando insieme agli amici in via Toledo quando è stato colpito da un grosso frammento del rosone che decora l'edificio. Tra gli imputati nel procedimento per omicidio colposo che avrà inizio il prossimo ottobre figurano dirigenti, impiegati pubblici e amministratori di condominio.
I legali della famiglia Giordano sostengono che il sindaco Luigi De Magistris non poteva non essere a conoscenza dello stato di pericolosità della galleria, essendo stato segnalato in diverse interrogazioni presentate dal consigliere comunale Moretto. Al vaglio della Procura, che sta valutando anche le responsabilità di Luigi De Magistris i documenti presentati dai legali Angelo e Sergio Pisani. I documenti risalgono al al 3 luglio 2013, al 28 febbraio 2014 e 3 marzo 2014, pochi mesi prima che si verificasse la tragedia. Salvatore Giordano, originario di Marano (nel Napoletano) morì dopo quattro giorni di agonia.