Morto Vincenzo Abate: è stato il pioniere della fecondazione artificiale
Lutto nel mondo della medicina. Questa mattina a Napoli è morto, all'età di 86 anni, il professor Vincenzo Abate. Insigne ginecologo, fu il primo a far nascere una bambina concepita in provetta. Era l'11 gennaio del 1983 quando la piccola Alessandra Abbisogno vide la luce per la prima volta nella clinica Villalba di Agnano, in provincia di Napoli. Alessandra è passata alla storia come la prima bambina nata attraverso la fecondazione artificiale extracorporea, tecnica di cui il professo Abate è stato pioniere. Il ginecologo ha dedicato tutta la vita alla sua carriera, esercitando la sua professione fino a quando gli è stato possibile.
Scompare Vincenzo Abate, il ricordo dei colleghi
Grande il cordoglio dei colleghi alla notizia della scomparsa di Vincenzo Abate: "È stato un maestro che univa le capacità di insegnamento alle doti scientifiche, testimoniate dal fatto di aver creato una scuola che ha dato origine alla disciplina della fisiopatologia della riproduzione umana" – ha detto all'agenzia Adnkronos il presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, Silvestro Scotti – Aveva anche una grande capacità di insegnamento oltre ad essere uno scienziato di spessore – ha proseguito Scotti – La sua scomparsa lascia un sentimento di tristezza nel mondo dei medici napoletani e italiani. Abate ha testimoniato la vivacità scientifica della scuola medica della città partenopea".
Non si conoscono le cause della morte
Non sono state ancora comunicate le cause della morte del professor Abate. Per ricordarne la figura possono invece essere estremamente eloquenti le parole che il "Corriere della sera" gli dedicò nel 1983, dopo la nascita della prima bimba concepita in provetta: "Alle falde del Vesuvio un medico ha dato a Napoli il solo primato di cui la città possa fregiarsi, ma non ha tentazioni di divismo, né si considera un volto da copertina. Non ama passerelle di false leggende, né miti che non devono essere miti, né approdi che non sono frontiere rivoluzionarie", riportava il Corsera, come ricordato da Achille della Ragione nel suo libro "Quei napoletani da ricordare".
(Ha collaborato Alessia Gabbai)