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Muore dopo una liposuzione: è giallo sul caso di Mariarosaria D’Ercole

Ombre sulla morte della 59enne conosciuta nel quartiere di Chiaia per essere la moglie del titolare del noto chalet “Ciro a Maergellina”.
A cura di Angela Marino
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Si tinge di giallo il caso di Mariarosaria D’Ercole la sessantenne deceduta dopo un intervento di liposuzione avvenuto lo scorso 17 ottobre. Nuovi elementi emergono nell'indagine sulla morte della 59 enne moglie del titolare del popolare chalet "Ciro a Mergellina", venuta a mancare dopo un calvario durato venti giorni.
Alla cartella clinica della paziente, sequestrata dagli investigatori, mancano un paio di pagine: una circostanza che ha destato i sospetti degli inquirenti e che rischia di aggiungere al capo di accusa per omicidio colposo, quello di inquinamento probatorio.

I fatti

Mariarosaria D'Ercole era stata sottoposta dopo i necessari controlli pre-operatori ld un intervento chirurgico di liposuzione in day hospital nel laboratorio della dottoressa Francesca De Angelis, alla Clinica Mediterranea. Qualcosa, però, è andato storto. A pochi giorni dall’intervento la 59enne ha iniziato ad accusare dolori acuti all’addome e successivamente alla gamba fino a quando ha deciso di recarsi nel reparto di Clinica chirurgica della Seconda università, dove, accertato che la donna aveva subito un infarto intestinale, i medici sono intervenuti con un’operazione. La 59enne è deceduta in seguito ad un arresto cardiocircolatorio dopo un calvario in tre strutture sanitarie diverse: la clinica privata dove ha subito l'intervento estetico, la clinica mediterranea e il Primo Policlinico, dove la donna si è spenta.

L'indagine

La procura di Napoli ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo. Alla guida delle indagini, condotte dai carabinieri del luogotenente Tommaso Fiorentino, il pm Valentina Rametta il procuratore aggiunto Luigi Frunzio. Gli inquirenti hanno acquisito tutta la documentazione relativa alla degenza e alle terapie cui è stata sottoposta la donna, per risalire alle sue condizioni di salute prima dell'intervento e ricostruire tutti i trattamenti medici a cui è stata sottoposta fino all'avvenuto decesso. Ma proprio in una delle tre cartelle clinica agli atti, è spuntato l'ammanco. Un buco di alcune pagine. Dopo il primo foglio appare un secondo – non spillato – contenente riferimenti a passaggi che non sono menzionanti nel primo. Si tratta di errore o manomissione degli atti delle indagini? Per domani è previsto l’affidamento dell’incarico di autopsia. Sale a quattro il numero dei professionisti indagati, tutti coinvolti a vario titolo nell'intervento o nelle cure, ciascuno dei quali potrebbe avere interesse a partecipare all'esame in vista di un processo futuro.

Parla il medico, Francesca De Angelis

Francesca De Angelis, che ha praticato l’intervento di liposuzione nel suo laboratorio privato, si difende e a Il Mattino, dichiara: "Ho fatto tutto quello che potevo e dovevo. Non ho nulla da rimproverarmi. Adesso è facile prendersela con me". Spiega l’avvocato Francesco Picca, difensore della De Angelis: "La dottoressa ha svolto un intervento di liposuzione su punti specifici, su piccoli noduletti presso il proprio studio autorizzato per tali tipi di interventi da Asl e Comune, la paziente è stata ricoverata alla Mediterranea perché avvertiva forti dolori, ed è stata sottoposta ad accertamenti cardiaci, coronografia, e tac addominale; poi per l’aggravamento delle sue condizione va al Policlinico per un infarto addominale. Abbiamo fiducia negli accertamenti tecnici, riteniamo che l’evento morte sia del tutto indipendente dall’intervento della dottoressa De Angelis". Dalla Mediterranea, invece specificano che "Sulla paziente sono stati effettuati tutti gli interventi richiesti dal caso clinico, mentre il trasferimento al Policlinico è avvenuto su richiesta dei parenti della donna".

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