Muore per un’infezione contratta in corsia: risarcimento da 1 milione per il Cardarelli
Finisce un incubo durato 8 anni per il familiari di Roberto V., 61enne vice comandante dei vigili urbani di Afragola, morto per una endocardite batterica contratta in ospedale. Tanto, infatti, è durata la battaglia legale condotta dai familiari della vittima per riconoscere la colpevole responsabilità dell'ospedale nella morte dell'uomo, deceduto per aver contratto il batterio in corsia dopo un intervento di rimozione di calcoli alla colecisti. Come riporta il Mattino, il Tribunale di Napoli ha condannato l’ospedale Cardarelli del Vomero, a risarcire i familiari della vittima per una somma che, con le aggiunte del caso, sfiora il milione di euro. Si tratta di 279 mila euro a testa per la moglie e i due figli del vice comandanate.
Ricoverato per un intervento di routine: muore 3 mesi dopo
I fatti risalgono al 2008 quando il paziente fu ricoverato per il banale intervento avvenuto a luglio: Roberto V. è morto ad ottobre a seguito dell'infezione letale. Tre mesi di agonia trascorsi fra le mura dell'ospedale. "Questo danno – ha spiegato il giudice Francesco Graziano, che ha emesso la sentenza – è finalizzato al risarcimento per la paura di dover morire, provata da chi abbia patito lesioni personali e si renda contro che esse saranno causa della propria fine". Per giungere alla cifra stabilità per il risarcimento il magistrato, infatti, ha calcolato anche 5.500 euro per ciascuno dei diciotto giorni di degenza, fino alla della morte. Alla somma stabilita per l'indennizzo vanno inoltre aggiunti i 30mila euro, di spese processuali e compensi per le perizie forensi. Una condanna di risarcimento esemplare che piegherà le finanze già stremate del nosocomio partenopeo.