Muore per una trasfusione di sangue infetto, gli eredi risarciti con 400mila euro
Nel 2005 una donna morì a Ischia per una trasfusione di sangue infetto. A distanza di tredici anni il tar della Campania, confermando una sentenza la sentenza di primo grado del tribunale di Napoli, ha stabilito che i suoi eredi dovranno essere risarciti con 400mila euro. La signora contrasse l'epatite C nel 1992 a causa di una sacca di sangue contaminato. Nel 2004 la commissione medica del Ministero della Difesa di Napoli accertò che furono proprio le emotrasfusioni a infettare la donna, che il 9 novembre dell'anno successivo perse la vita. Il ministero della Salute a risarcire gli eredi, che nel 2006 si rivolsero a un avvocato proprio per procedere contro il Ministero della Salute per il danno subito dalla madre ed il danno da perdita del rapporto parentale. Nel 2013 i giudici della sesta sezione civile del Tribunale di Napoli condannò il ministero per mancata vigilanza sulle sacche di sangue infetto. Il Tar Campania ha confermato la sentenza.
"Dopo oltre dieci anni questa vicenda giudiziaria giunge al termine. Per agire in giudizio in caso di decesso di un parente si deve agire entro 10 anni dalla morte. Si spera in un pagamento celere da parte del ministero. Agiremo contro il ministero della Giustizia per la richiesta dei danni morali per la irragionevole durata del processo", ha commentato la sentenza il legale della famiglia della donna, l'avvocato Maurizio Albachiara.