Muore soffocato dalla mozzarella in una casa di cura. La Procura apre un’inchiesta
È morto soffocato da un boccone di mozzarella, mentre consumava il suo pasto in una struttura protetta e sorvegliata: è l'assurda storia di Raffaello Barbato, 36 anni, deceduto lo scorso 11 luglio in una casa di cura per malati psichiatrici di Casoria, nella provincia di Napoli. La famiglia del giovane, sconvolta dalla notizia, ha subito agito per vie legali e presentato denuncia. E allora la Procura di Napoli, che vuole vederci chiaro soprattutto per il contesto in cui si è verificata la tragedia, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti: per ora, infatti, non risultano persone iscritte nel registro degli indagati.
La tragedia di Raffaello, ucciso dalla mozzarella
Raffaello Barbato, 36 anni, è affetto da una grave psicopatia che si è manifestata sin dall'adolescenza, coì come suo fratello gemello, che si è tolto la vita. Anche il 36enne ha cercato di farla finita, così la famiglia ha deciso di farlo seguire 24 ore su 24. Come detto, lo scorso 11 luglio, è ora di cena nella struttura di Casoria che ospita malati psichiatrici, tra i quali si trova anche Raffaello, intento a mangiare una mozzarella, quando avviene la tragedia: una fetta ostruisce le vie respiratorie del 36enne, che muore a causa di un arresto cardiaco, come comunicano i dipendenti della struttura alla famiglia. I sanitari del Suem intervenuti sul posto, infatti, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di Raffello. Decesso sul quale sia la famiglia che i magistrati adesso vogliono fare luce.