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Napoletani scomparsi in Messico

Napoletani scomparsi in Messico, ci sono 4 indagati: a luglio si decide rinvio a giudizio

Ci sono quattro indagati nel caso dei tre napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018. Sono Emilio Martinez Garcia, Salomon Adrian Ramos Silva, Fernando Hernandez Romero e Lidia Guadalupe Lopez Arroyo, tutti sospettati del sequestro di Raffaele e Antonio Russo, e di Vincenzo Cimmino. Entro luglio decisione sul rinvio a giudizio. Il legale: “Ogni giorno di ritardo può essere fatale per la vita dei tre”.
A cura di Angela Marino
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Raffaele Russo, 60 anni, Antonio Russo, 25 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni (rispettivamente padre, figlio e nipote): sono i tre napoletani scomparsi da mesi in Messico dal 31 gennaio 2018.
Raffaele Russo, 60 anni, Antonio Russo, 25 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni
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Ci sono quattro indagati nel caso dei tre napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018. Entro luglio, fa sapere l'avvocato Luigi Ferrandino, legale delle famiglie di Raffaele e Antonio Russo, e di Vincenzo Cimmino, si celebrerà l'udienza nella quale si deciderà il loro destino, quindi sull'opportunità di un rinvio a giudizio. È quanto scrive il legale delle due famiglie in una nota: "È stata rinviata, nei giorni scorsi ma ho chiesto che venga celebrata entro luglio, l'udienza durante la quale sarà deciso se rinviare a giudizio i quattro poliziotti ritenuti implicati nella sparizione dei tre nostri connazionali". Raffaele Russo, 60 anni, Antonio Russo, 25 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni (rispettivamente padre, figlio e nipote) si trovavano in Messico per lavoro, quando sono scomparsi.

Chi sono i quattro indagati

"Ho ricevuto comunicazione dal Tribunale di Jalisco – scrive Ferrandino – nella quale viene fatto sapere che gli indagati sono Emilio Martinez Garcia, Salomon Adrian Ramos Silva, Fernando Hernandez Romero e Lidia Guadalupe Lopez Arroyo, tutti sospettati del sequestro, in particolare, di Antonio Russo e Vincenzo Cimmino. I difensori degli indagati hanno richiesto ulteriore tempo per depositare prove a favore dei propri assistiti". "Anche noi stiamo preparando una memoria difensiva – conclude il legale – in cui spiegheremo i motivi per i quali l'udienza deve essere tenuta a strettissimo giro: ripeto, ancora una volta, che ogni giorno di ritardo può essere fatale per la vita dei familiari dei miei assistiti". Solo alcune settimane fa il Ministero degli Esteri aveva ricevuto Ferrandino annunciando notizie ‘positive' dalla Procura di Jalisco.

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