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Napoletani scomparsi in Messico

Napoletani scomparsi in Messico, la Farnesina riceve le famiglie Russo e Cimmino

Francesco Russo, figlio, fratello e cugino dei tre napoletani scomparsi in Messico lo scorso 31 gennaio è stato ricevuto dalla Farnesina. Al termine di una giornata di protesta pacifica le famiglie Cimmino e Russo hanno strappato la promessa di un incontro ufficiale. Sul caso è partita una rogatoria internazionale per interrogare i testimoni messicani.
A cura di Redazione Napoli
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Le famiglie davanti al Minsitero degli Esteri
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Francesco Russo, figlio, fratello e cugino dei tre napoletani scomparsi in Messico lo scorso 31 gennaio è stato ricevuto dalla Farnesina. Lo hanno confermato alle telecamere di Fanpage.it presenti a piazzale della Farnesina, dove da stamattina sono riunite per un sit in, le famiglie Russo e Cimmino. I congiunti di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino con l'avvocato Luigi Ferrandino, hanno deciso di protestare pacificamente davanti al Ministero degli Esteri a Roma proprio per chiedere l'attenzione del ministro, Moavero Milanesi. I parenti dei tre napoletani avrebbero ottenuto un breve colloquio con un funzionario della segreteria di Ricardo Antonio Merlo, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, che ha promesso loro di seguire attentamente il caso. "Il sindaco De Magistris non ha fatto da tramite per questo incontro" dice Luigi Ferrandino, smentendo la notizia, apparsa oltre un mese fa, che il sindaco di Napoli avesse stabilito un canale di comunicazione per loro conto con il Ministro,

Raffaele Russo (60 anni), suo figlio Antonio (25) e il nipote Vincenzo Cimmino (29) sono scomparsi quasi un anno fa da Tecalitlán, cittadina a 50 minuti da Ciudad Guzmán, nello stato di Jalisco, dove si trovavano per lavoro. Ultimo segnale lo riceve proprio Francesco su WhatsApp: "I poliziotti ci hanno fermato mentre facevamo il pieno al distributore, ci hanno detto di seguirli" scrive Antonio, ma poi sparisce. Secondo quanto ricostruito in fase di indagini, i tre potrebbero essere stati rapiti per conto di un personaggio della malavita locale al quale avrebbero venduto un generatore difettoso. Sotto l'occhio degli investigatori le responsabilità dei poliziotti che avrebbero presero in custodia i tre prima della loro scomparsa.

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