Napoli, 12enne morto in mare. De Magistris: “Avverto senso di angoscia”
Sarà necessario attendere l’autopsia per fare chiarezza sulle cause della morte di Ivan, il ragazzino di 12 anni annegato ieri a Napoli. Il giovane, originario di Afragola, era andato in spiaggia insieme ai familiari e agli amici ed è annegato dopo essere andato a fare un bagno nel mare della Rotonda Diaz, sul lungomare partenopeo. La morte potrebbe essere stata provocata dal fatto che non sapeva nuotare o anche da un malore: sarà l’autopsia a stabilirlo. Ma intanto, l’ennesima tragedia che ha coinvolto un ragazzino a Napoli, ha riproposto un tema ricorrente, quella della sicurezza sulle spiagge libere. Tanti, infatti, quelli che ricordano l’assenza di sorveglianza in quella che viene chiamata “Mappatella beach”, una spiaggia utilizzata soprattutto da persone che non possono permettersi di pagare un lido. Quegli stessi bagnanti che ora sollecitano l’istituzione di un servizio di sorveglianza e un presidio fisso magari della Polizia municipale. Un cartello affisso sulla spiaggia evidenzia che la balneazione in quel tratto non è sicura proprio per l'assenza di uomini del salvataggio.
Dodicenne annegato, le parole del sindaco di Napoli
Sulla tragedia di Ivan è intervenuto anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Sindaco che chiede una maggiore sensibilizzazione e informazione sulla sicurezza in mare: “Da sindaco e da genitore avverto un senso di angoscia – così De Magistris -. È una tragedia immane, non si può morire a 12 anni per fare un bagno a mare”. “Quella di ieri – ha detto ancora il sindaco napoletano – è una gravissima disgrazia che ha colpito tutti e che purtroppo si va ad aggiungere ad altre disgrazie che accadono nei nostri mari ogni giorno”. Secondo il sindaco è, appunto, necessario che cresca la sensibilizzazione e l'informazione complessiva in tema di sicurezza in mare. “È un tema – ha aggiunto De Magistris – per cui in qualità di sindaco mi farò promotore di appelli, ma è una questione che attiene alla collettività intera, a chi ha responsabilità di prevenzione della sicurezza e in ambito sanitario. Purtroppo – ha detto ancora – non sempre ci sono un'informazione corretta e comportamenti positivi quando si va a mare ed è gravissimo che una simile tragedia possa accadere a un bambino”.