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Napoli, aggressione di Arturo: oggi la prima udienza a porte chiuse dei tre indagati

E’ iniziata oggi la prima udienza per i tre giovani accusati di tentato omicidio nei confronti di Arturo, il diciassettenne di Via Foria che lo scorso dicembre fu aggredito a coltellate e ridotto in fin di vita. I tre hanno dato tre versioni diverse e contrastanti tra loro: il processo è stato aggiornato al prossimo 9 novembre.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Arturo, il 17enne accoltellato a Via Foria, mostra la cicatrice sul collo.
Arturo, il 17enne accoltellato a Via Foria, mostra la cicatrice sul collo.

Prima udienza del processo a carico dei presunti aggressori di Arturo, il diciassettenne ferito lo scorso dicembre a Via Foria, nel cuore di Napoli, da un gruppetto di ragazzini che lo lasciarono sanguinante a terra prima di scappare, con una vistosa ferita al collo che ha rischiato di spezzare la sua giovane guida. Tre i ragazzini arrestati con l'accusa di aver fatto parte di quel gruppetto: tutti tra i quindici ed i diciassette anni, che dovranno rispondere di tentato omicidio.

Tre versioni contrastanti quelle fornite dai giovani: il primo ha negato di essere stato presente al momento dell'aggressione; il secondo ha invece ammesso di essere stato presente ma di non aver preso parte al raid, ma confermando invece la partecipazione all'aggressione da parte del primo ragazzino; il terzo, infine, ha detto di non aver partecipato all'aggressione perché fuggito. Il quarto componente del gruppo sarebbe stato invece un ragazzino non imputabile vista la giovane età. Il processo, che quest'oggi si è tenuto a porte chiuse, è stato aggiornato al 9 novembre prossimo.

Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, Arturo venne aggredito e brutalmente accoltellato per futili motivi e addirittura per puro "divertimento" da parte della baby-gang, il cui capo sarebbe uno dei ragazzini soprannominato "il nano". Il gruppo avrebbe inferto almeno una ventina di coltellate al giovane Arturo, in diverse parti del corpo tra cui la gola, lasciandolo in fin di vita in un lago di sangue. SalvatosiSalvatosi, è stato poi lo stesso Arturo ad aver riconosciuto, attraverso diversi incidenti probatori, i suoi aggressori, arrestati dopo mesi di indagini da parte della Squadra Mobile e della Questura.

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