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Napoli, arrestato il latitante Antonio della Corte. Diede inizio alla faida di Scampia

Della Corte era latitante da 13 di mesi. Gli agenti lo hanno arrestato in un appartamento del rione Ises di Scampia (Napoli).
A cura di Angela Marino
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È stato arrestato dagli agenti del Commissariato di Scampia Antonio Della Corte, latitante dal luglio 2013, ricercato per duplice omicidio.

Il pregiudicato trentatreenne si nascondeva da qualche tempo in una abitazione del rione Ises di Scampia, dove è stato raggiunto dalle forze dell'ordine che hanno eseguito l'arresto. L'uomo era disarmato e ha tentato di fuggire scavalcando una delle finestre dell'appartamento e gettandosi dal primo piano dell'edificio, ma è stato immediatamente fermato dagli agenti guidati dal dirigente Cristiano Tatarelli. L'appartamento in cui si era rifugiato era dotato di un impianto di videosorveglianza.

Della Corte prese parte all'omicidio che diede inizio alla faida di Scampia

Della Corte era ricercato dalla Polizia per diversi capi di imputazione tra cui l'omicidio che diede inizio alla sanguinosa faida di Scampia. Secondo gli investigatori l'uomo fece parte del commando che trucidò nel 2004 Fulvio Montanino e Claudio Salerno, due affiliati al clan di Lauri. Quel delitto, consumato il 28 aprile, fu l'origine della prima faida di Scampia che vide lo scontro delle famiglie "scissioniste" con il clan Di Lauro. Il ruolo avuto da Della Corte nel duplice omicidio riguardava gli aspetti logistici dell'agguato dei quali si occupò anche Roberto Manganiello, tuttora latitante, mentre a fare fuoco contro le vittime furono Arcangelo Abete, boss della famiglia omonima e Gennaro Marino, detto "Genny Mckay", ex gregario di Paolo Di Lauro e Ciro Mauriello. Gli Amato-Pagano, rivoltatisi contro il clan di Lauro insieme alle altre famiglie, avevano rapito Mariano Abete, figlio di Arcangelo e lo avevano tenuto in ostaggio come pegno di garanzia per la lealtà delle due famiglie Marino e Abete nella guerra contro i di Lauro. L'alleanza tra i due gruppi degli Amato-Pagano e dei Marino-Abete contro il clan di Lauro, venne infine siglata con il duplice omicidio a casa del boss Raffaele Amato, dov'era tenuto prigioniero Mariano.

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