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Napoli, botti di Capodanno venduti su Facebook e spediti col corriere

In due distinte operazioni, tra Giugliano e Somma Vesuviana (Napoli) la Guardia di Finanza ha arrestato due persone e denunciato una terza per possesso e vendita di botti proibiti: in un caso venivano venduti con un account Facebook, nell’altro erano stati spediti a Roma e a Cagliari sfruttando un corriere nazionale che era all’oscuro del contenuto dei pacchi.
A cura di Nico Falco
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La Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato, in due distinte operazioni in provincia di Napoli, più di una tonnellata di botti di Capodanno illegali, arrestando due persone e denunciandone una terza: in un caso i fuochi venivano venduti su Facebook, nell'altro invece venivano inviati come un normale pacco, sfruttando il servizio di un corriere nazionale che era all'oscuro del contenuto delle spedizioni. Sotto sequestro sono finiti fuochi d'artificio di categoria F2, F3 e cosiddette cipolle.

Nel primo intervento i baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego, in una indagine partita dai social network, hanno individuato una azienda agricola di Somma Vesuviana. I botti proibiti venivano venduti su Facebook, con un account creato ad hoc, e pubblicizzati con i post su Internet. Le fiamme gialle hanno individuato le persone che si nascondevano dietro l'account e hanno sequestrato, nella sede della società e nelle abitazioni dei figli del titolare, materiale pirotecnico e ordigni di fabbricazione illegale ad alto potenziale esplosivo; venduto al dettaglio, quel materiale avrebbe fruttato circa 50mila euro.

A Giugliano in Campania, invece, i fuochi d'artificio venivano spediti usando un corriere, che di quelle spedizioni non sapeva nulla. Spacciati per spedizioni normali, i fuochi venivano quindi caricati nei camion senza nessuna tutela particolare, col rischio che potessero esplodere da un momento all'altro. I finanzieri della Compagnia locale hanno trovato due bancali di botti, destinati alle province di Roma e Cagliari. Sulle spedizioni era indicato un mittente inesistente, ultima precauzione per sfuggire ad eventuali controlli, ma il reale spedizioniere è stato ugualmente identificato.

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