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Napoli capitale del tattoo: ecco cosa dicono i tatuaggi dei napoletani

Nel reportage fotografico su Napoli, la città dove sono più diffusi i tatuaggi al Sud, il giornalista Rocky Casale e il fotografo Giuseppe Di Vaio mostrano i sogni, i desideri e i miti dei napoletani stampati nell’inchiostro.
A cura di Angela Marino
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Tatuarsi messaggi, disegni e iniziali sul corpo è diventato un codice di comunicazione che caratterizza la società, ma a sentire il bisogno di scrivere sul proprio corpo, nel nostro Paese, sono soprattuto gli abitanti del sud e Napoli è la capitale italiana del tattoo. È quanto descrive la ricerca condotta di Rocky Casale e Giuseppe Di Vaio attraverso i vicoli e le strade della città partenopea. Il giornalista americano del New York Times e il fotografo napoletano sono gli autori di Napoli Ink Project, un viaggio attraverso i messaggi e i simboli della cultura napoletana scritti sulla pelle del suo popolo. 

Dal Rione Sanità a Secondigliano, passando per i Quartieri Spagnoli, Casale e Di Vaio hanno catturato decine di istantanee di corpi decorati. Calciatori, animali, scritte, cuori, rosari e revolver: la simbologia va dal sacro al decisamente profano, dalla appartenenza a un clan alla fedeltà per una squadra di calcio, dallo spiritualismo alla leziosità. Tanti messaggi per un solo codice: l'inchiostro indelebile sul corpo. Molteplici significati e un solo significante. Sui corpi dei napoletani c'è spazio (molto) per tutto, anche per scritte sgrammaticate e simboli scaramantici. Una ricerca, quella dei due autori, che insegna a leggere gli attori, anziché lo scenario.

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