Napoli, cimiteri bloccati: famiglie costrette a tenersi in casa le urne dei defunti
Dal 27 gennaio i cimiteri napoletani funzionano a mezzo servizio. Possibili ancora le inumazioni e le tumulazioni, ma le altre operazioni sono bloccate: niente esumazioni, estumulazioni, trasferimenti dei resti mortali e nemmeno la deposizione delle ceneri. Fino a nuovo ordine. Il motivo è il sovraccarico di lavoro: dalla fine di dicembre, delle tre ditte che si occupavano dei servizi cimiteriali per conto del Comune di Napoli, è rimasta attiva soltanto una. I disagi riguardano 6 degli 11 cimiteri napoletani: il Cimitero Nuovissimo, quello di Santa Maria del Pianto e il Monumentale (tutti a Poggioreale, ma con gestioni diverse) e quelli di San Giovanni, Barra e Ponticelli.
Per ritornare alla normalità si dovrà attendere un nuovo bando per l'assegnazione dei servizi ad altre due ditte, che prenderanno il posto di quelle che erano al lavoro fino a poche settimane fa. Il blocco, oltre agli immaginabili disagi, può portare anche a favorire indirettamente situazioni illegali: con l'impossibilità di deporre le ceneri, dopo la cremazione l'urna va tenuta in casa finché la situazione si sblocca ma c'è anche chi decide di disperdere il contenuto sul terreno o in mare.
Nel novembre scorso sui cimiteri cittadini era piovuta un'altra tegola: svuotati da "quota 100", rischiano di rimanere senza personale e con la possibilità di una chiusura a rotazione. Particolarmente delicata la situazione degli autisti: a fine dicembre erano 8, 6 di questi con pensione programmata a gennaio, e uno dei due restanti andrà in pensione a maggio 2020. Da giugno, quindi, il Comune potrà contare su un solo autista cimiteriale. Per questo motivo era stata già disposta una modifica agli orari e ai turni di lavoro, in modo da coprire al meglio tutte le esigenze.