Esami da avvocato truccato: “Dammi 4.000 euro per superare la prova scritta”
Si arricchisce di dettagli, piuttosto inquietanti, l'inchiesta aperta dalla Procura di Napoli sui presunti casi di corruzione che riguardano l'Esame di Stato per diventare avvocato. Le indagini sono partite dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e riguardano gli esami scritti che si sono espletati nel dicembre del 2017. Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti – sul caso indagano i carabinieri, su delega della Procura partenopea – il padre di un aspirante avvocato avrebbe pagato 4mila euro affinché al figlio venisse consegnato il materiale necessario per realizzare i tema scritto, superarlo e così accedere agli orali. Questo, però, non sarebbe bastato a consentire al candidato di superare la prove, e il padre avrebbe preteso la restituzione della mazzetta versata.
L'inchiesta per corruzione della Procura di Napoli vede coinvolte, per il momento, 5 persone. Due di queste sono dipendenti del Ministero di Giustizia: si tratta di un autista e di un uomo che, all'epoca dei fatti, ovvero nel 2017, aveva una mansione nell'Ufficio Esami. Oltre a loro due, tra gli indagati figurano anche quello che avrebbe svolto la funzione di intermediario, l'aspirante avvocato che avrebbe ricevuto agevolazioni e il padre, che avrebbe versato la mazzetta.
Sono anni che le associazioni di categoria e i diretti interessati chiedono delle modifiche al sistema che consente l'abilitazione alla professione forense. Già a partire dalla sessione 2019-2020, però, sono state introdotte sostanziali novità proprio per quanto riguarda lo svolgimento e la correzione delle prove scritte: l'obiettivo è quello di scongiurare eventuali irregolarità.