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Napoli, D’Alema e Camusso contestati all’Università: la segretaria Cgil rinuncia al dibattito

I collettivi studenteschi ed i centri sociali hanno occupato l’Aula 2 della Facoltà di Giurisprudenza dove si sarebbe dovuto tenere il dibattito. Mobilitazione “rientrata” solo dopo un’ora, quando il convegno è stato definitivamente annullato.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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(Foto da Partenope Ribelle)
(Foto da Partenope Ribelle)

Dura contestazione alla Federico II da parte di una cinquantina di studenti dei collettivi studenteschi: i ragazzi hanno infatti occupato l'Aula 2 della Facoltà di Giurisprudenza, in via Porta di Massa, dove era in programma un convegno con il segretario generale della CGIL Susanna Camusso ed il presidente della Fondazione Italianieuropei Massimo D'Alema.

L'ingresso era presidiato dalle forze dell'ordine che, dopo un primo scontro con gli studenti, non sono riusciti ad arginarne l'impeto: i collettivi sono così riusciti a sfondare il cordone di sicurezza, occupando l'aula al grido di "jatevenne" ("andatevene"), indirizzato sia a Massimo D'Alema che alla stessa Susanna Camusso, che ha dovuto lasciare così la facoltà di Giurisprudenza. L'edificio è stato quindi occupato dagli studenti dei collettivi e dei centri sociali per impedire lo svolgimento dell'iniziativa: "obiettivo" che alla fine è stato raggiunto.

"Quando si impedisce a delle persone di discutere liberamente si fa un danno a tutti. Mi dispiace che non si possa discutere", ha commentato la Camusso, che si è detta "dispiaciuta" di dover lasciare l'Ateneo rinunciando così al dibattito. L'Aula 2 della Facoltà di Giurisprudenza è stata poi "liberata" solo dopo un'ora, quando è arrivata la certezza che il dibattito era stato effettivamente cancellato. "Da studenti troviamo assurdo e quantomeno paradossale che siano invitati nel nostro ateneo a parlare di lavoro e diritti personaggi come quelli che vediamo oggi", hanno invece fatto sapere gli studenti in un documento che è stato diffuso poco dopo l'occupazione, "che sono stati sostenitori delle peggiori politiche degli ultimi dieci anni, a spese degli ultimi e degli sfruttati".

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