Napoli, dalle acque davanti alla riviera di Chiaia spunta un’anfora romana di duemila anni
Un'anfora romana del I secolo dopo Cristo, ossia con circa duemila anni di vita. È quanto hanno ripescato nelle acque del Golfo di Napoli i carabinieri del nucleo subacquei e della Tutela del patrimonio culturale. Una "pesca" dall'elevato valore storico e culturale, arrivata dopo che, nel corso di servizi di immersione, i subacquei dell'Arma avevano individuato l'anfora sul fondale del Golfo. Il manufatto si trovava a una profondità di circa 50 metri, nelle acque antistanti la riviera di Chiaia. La Soprintendenza archeologia delle belle arti e del paesaggio per l'area metropolitana di Napoli ha autorizzato il recupero del prezioso reperto archeologico, che è stato effettuato alla presenza di esperti della stessa Soprintendenza e dei carabinieri del Nucleo Tpc.
Da una prima analisi, l'anfora recuperata sarebbe di tipo dressel (dal nome dell'archeologo tedesco che per primo studiò e cercò di classificare questi particolari vasi di terracotta): è alta circa 90 centimetri e risalirebbe come scritto al I secolo dopo Cristo. Non si sa naturalmente cosa contenesse: se vino, olio o qualche altra derrata alimentare. Chissà che non riescano a dircelo le analisi a cui l'anfora sarà sottoposta dopo le necessarie operazioni di desalinizzazione, dal momento che è rimasta in mare per millenni prima di tornare probabilmente nel luogo da cui era partito il suo viaggio.