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Napoli, dallo stadio in centro in 3 ore. La lettera: “Mi sono vergognato della mia città”

Un cittadino napoletano ha scritto una lunga lettera su Facebook indirizzata al sindaco De Magistris, nella quale si è sfogato per la sua personale odissea al termine della partita Napoli-Lazio. Lui e un suo amico australiano hanno impiegato tre ore per tornare a casa, nel centro di Napoli, per via dei mezzi pubblici introvabili: “A Napoli è impossibile godere di servizi minimi di una città civilizzata. Pensi meno ai turisti come ‘numeri’ e più a persone che non vogliono sentirsi alla deriva”.
A cura di Francesco Loiacono
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Dallo stadio a casa, nel centro di Napoli, in "comode" tre ore. Sembra assurdo, eppure è quanto capitato a Daniele Lama, un cittadino napoletano che lo scorso sabato è andato a vedere una partita di calcio degli azzurri in compagnia di un amico australiano desideroso di scoprire Napoli e la sua squadra. Lama ha raccontato la sua personale "odissea" – fatta di mezzi pubblici introvabili e di passaggi pedonali molto arditi – in una lettera pubblicata su Facebook e indirizzata al sindaco Luigi De Magistris, lo stesso che in occasione del ponte di novembre si è vantato del boom di turisti nel capoluogo campano.

Il resoconto di Daniele Lama – dal titolo "Gentile sindaco, smettila di ‘atteggiarti' per cortesia" – accende i riflettori su altri aspetti della città partenopea che non sembrano funzionare al meglio, e che la fanno apparire molto distante da altre grandi città europee. Tutto inizia con la decisione di recarsi allo stadio con i mezzi pubblici, nello specifico la metropolitana:

Fino alla fine della partita, direi che è andato tutto bene (non il risultato finale della partita, ovviamente, ma questa è un'altra storia). I problemi sono sorti dopo… Per qualche oscuro motivo la metropolitana aveva chiuso da un pezzo (ben prima di quello che, secondo il sito di Trenitalia è l'orario dell'ultima corsa, di autobus nemmeno l'ombra ed è stato praticamente impossibile reperire un taxi (non ce n'erano di liberi in giro, e tutte le compagnie che telefonavamo ci dicevano che non ce n'erano disponibili, e di riprovare a chiamare dopo 15 minuti). Abbiamo provato ad aspettare "un poco" (un'ora e mezza dopo la fine della partita) nella speranza di trovare un mezzo qualsiasi per tornare verso il centro (destinazione Via Salvator Rosa), telefonando nel frattempo, senza sosta, tutte le compagnie di taxi a disposizione, ma ci è risultato praticamente impossibile.

Lama e l'amico australiano non sono stati a quanto pare i soli a trovarsi in difficoltà al termine della partita:

Nella stessa situazione, almeno attorno a noi, altre persone disperate: una coppia tedesca che ci ha chiesto aiuto per tornare al centro storico e a cui abbiamo dovuto confessare di essere nella stessa triste situazione, un gruppo di tifosi anziani che non sapevano come tornare a casa, un padre con due bimbi piccoli che vagava senza pace alla ricerca di un taxi, gente accampata da chissà quanto davanti a una fermata di un autobus… Inutile dirle che ho avuto non poche difficoltà a spiegare al mio amico australiano perché non riuscissimo ad uscire da quella situazione surreale. Lui in fin dei conti pensava di trovarsi semplicemente in una città europea di sabato sera, non nel mezzo di un deserto, sa com'è…

A un certo punto Daniele Lama e l'amico hanno deciso di incamminarsi per allontanarsi da Fuorigrotta, attraversando il tunnel che porta a piazza Sannazzaro: "L'ha mai attraversato a piedi, quel tunnel, Signor Sindaco? Beh, non lo faccia. E' un esperienza non particolarmente entusiasmante, per usare un eufemismo", scrive Lama nella sua lettera-sfogo.

Alla fine, dopo nuovi tentativi di chiamare il taxi andati a vuoto in piazza, i due sono riusciti a fermare un taxi di passaggio e sono arrivati a destinazione in via Salvator Rosa, all'1.30 di notte. Un tragitto per il quale, secondo quanto riporta Google Maps, servono dai 17 ai 35 minuti a seconda che si utilizzi l'auto o la metropolitana. Stime non riferite al post partita, ma comunque ben lontane dal tempo impiegato dai due malcapitati.

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A Napoli impossibile godere di servizi minimi di una città civilizzata

Il tono della lettera di sfogo si fa a questo punto più amaro: "Le dico sinceramente, non mi sono mai vergognato tanto della mia città. Mi sono vergognato di quella situazione col mio ospite, ma anche con quella coppia tedesca che stentava a credere di non riuscire a tornare al loro hotel in nessun modo", scrive Daniele, che conclude invitando il sindaco a pensare meno ai turisti intesi come numeri negli hotel, e più alle persone che non vogliono sentirsi abbandonate:

Ora lei mi dirà (se mai riceverò una risposta) che la colpa è di Trenitalia, di Anm Napoli, di Taxi Napoli 8888, di Radio Taxi La Partenope o di qualche altra "entità". Ma questi nomi, queste sigle, per i visitatori che – come lei sottolinea spesso, vantandosi del grande successo del turismo – affollano la città, sono nomi e sigle prive di significato. L'unica realtà tangibile per loro è che a Napoli è impossibile, in molte circostanze, godere di servizi minimi di una città civilizzata. Ecco, signor Sindaco, quello che le vorrei consigliare è di pensare meno ai turisti come a dei "numeri" che affollano le stanze degli hotel, e più a delle persone che probabilmente non vogliono sentirsi completamente "alla deriva" e abbandonati a se stessi quando si tratta di spostarsi in città. E che, le posso assicurare, non conserveranno come un bel ricordo una passeggiata notturna nello smog di quel maledetto tunnel. Buon lavoro.

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