Napoli dice no alla nave delle armi, De Magistris: ‘Siamo una città di pace’
"Porto chiuso alle armi, Napoli è città della pace": così il sindaco Luigi De Magistris prende posizione contro l'eventuale arrivo di una nave saudita che potrebbe essere carica di armi destinate allo Yemen, dove dal 2015 è in corso una furiosa guerra civile. La nave in questo momento sta arrivando da Bilbao a Genova, dove è prevista la sua sosta prima di ripartire alla volta di Alessandria d'Egitto, dal cui porto ripartirà poi in direzione dello Yemen. Tuttavia, il suo arrivo al momento non è previsto a Napoli: la nave, da Genova, prenderà poi la via dell'Egitto, ma nel capoluogo ligure impazza la protesta contro l'arrivo di questa nave, e questo fa pensare che esista la possibilità che venga "deviata" altrove. Possibilità che, è bene specificarlo, al momento è solo una remota ipotesi, e in nessun caso è stato fatto il nome di Napoli come possibile approdo "sostitutivo" di Genova.
Ma il sindaco Luigi De Magistris specifica che non c'è possibilità che questo accada, e in una nota ufficiale spiega: "Napoli è città di pace: porto chiuso alle armi, città aperta alla pace. Il porto di Napoli è denuclearizzato. Diciamo ora no allo sbarco, nel porto della nostra città, di navi con carico di armi, con il serio rischio che siano destinate al conflitto in Yemen. Il porto della città non può essere aperto per l'imbarco di armi destinate ad uccidere vite umane innocenti; l'anima e il cuore di Napoli non devono essere costretti a tollerare questa complicità con la morte. No alla guerra, No war! Napoli chiude il porto alle armi e apre, come sempre, la città alla Pace e alla fratellanza tra i popoli". Il sindaco, che quest'oggi ha incontrato anche una folta delegazione di dirigenti e funzionari del Ministero della Giustizia dei Paesi Bassi in visita in Italia per una serie di incontri, ha dunque chiarito che non ci sarebbe eventualmente spazio per questa nave nel porto di Napoli.
In realtà, la nave saudita, la Bahri Yanbu, potrebbe anche non essere affatto (in questo caso) carica di armi, ma solo non meglio precisati "materiali civili" ma non per questo le associazioni umanitarie hanno abbassato la guardia, chiamando alle manifestazioni di piazza. Oltre alla protesta, infatti, c'è anche chi chiede di poter aver accesso ai documenti che indichino il tipo di carico a bordo: lo riporta The Weapon Watch, l'Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, che chiede in forma ufficiale e protocollata "di esercitare il diritto di accesso per visionare ed estrarre copia dei documenti di carico (Bill of Lading, Shipping Cargo, Cargo Manifest ecc.) ed ogni altro documento attestante natura, qualità, quantità e destinazione della merce trasportata dalla nave Bahri".