video suggerito
video suggerito

Napoli, evade dai domiciliari per andare al bar e dal barbiere

Era evaso dai domiciliari per andarsene tranquillamente al bar o dal barbiere, ma è stato scoperto dai carabinieri. Arrestato così un uomo ritenuto affiliato ai clan di camorra, già coinvolto in una maxi-operazione in Romagna il mese scorso che portò a stroncare sul nascere una guerra tra clan per il possesso del territorio romagnolo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
37 CONDIVISIONI
Immagine

Evade dai domiciliari per andarsene tranquillamente al bar e dal barbiere. Ma è stato rintracciato dalle forze dell'ordine e arrestato. Si tratta di un uomo ritenuto dagli inquirenti vicino ad un clan di camorra che era stato assegnato al regime degli arresti domiciliari per reati come estorsione, porto abusivo di armi e minacce in concorso, con l'aggravante del metodo mafioso. Ma questo non gli impediva di violare la misura restrittiva impostagli, tanto che sembrava comportarsi quasi come un comune uomo libero, andandosene al bar o dal barbiere come se nulla fosse. Ma i carabinieri lo hanno scoperto e catturato, arrestandolo nuovamente.

L'uomo era stato arrestato lo scorso 11 ottobre, appena un mese, durante una retata che portò all'arresto di dieci persone, tutte indagate per associazione per delinquere di stampo mafioso, sparsi tra Rimini e Napoli e appartenenti a due clan di camorra diversi e pronti a farsi la guerra tra loro. Ma l'uomo, sottoposto ai domiciliari, non sembrava affatto "affranto" da questo regime cautelare, ed in pratica faceva un po' quel che voleva. Fin quando i carabinieri non lo hanno beccato e arrestato di nuovo: probabile per lui un inasprimento della pena, che potrebbe a questo punto diventare quella del carcere viste le reiterate violazioni del regime degli arresti domiciliari certificate dai militari dell'arma. Gli arresti di Rimini hanno evitato con ogni probabilità una guerra di camorra, visto che "si era creato in via autonoma un gruppo camorristico", spiegò un mese fa il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato. La guerra stava per scoppiare tra un clan emergente capeggiato da Ciro Contini, 31enne nipote del boss dei quartieri Vasto e Poggioreale di Napoli, ed Edoardo Contini, detto "Faccia d'Angelo".

37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views