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Napoli, finisce in rissa la riunione sul sito di compostaggio a Scampia

La riunione della Consulta Ambiente tra cittadini e Comune di Napoli sull’impianto rifiuti che dovrebbe sorgere nel quartiere settentrionale di Scampia, si trasforma in una autentica gazzarra con spintoni, urla e minacce.
A cura di Antonio Musella
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Il contesto è quello della "consulta ambiente" del Comune di Napoli, uno di quei luoghi tanto evocati ed in verità davvero poco praticati dall'amministrazione de Magistris come forma di democrazia partecipata. Da un lato le istituzioni e dall'altro i cittadini. Tutti possono parlare, "per 3 minuti" come specifica un moderatore all'inizio della seduta, un consesso dove le barriere formali tra cittadinanza e rappresentanti istituzionali si dovrebbero diluire. Il tema è complesso: l'impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere a Scampia, per volontà del Comune di Napoli e costruito da un gruppo di imprese private.

La riunione al Comune degenera in rissa

Tra i comitati molti sono quelli a favore dell'impianto, come quelli del Gridas e della Rete Commons, che imputano però al Comune di Napoli uno scarso coinvolgimento del territorio, a dispetto di quanto il vice sindaco Tommaso Sodano, che presiede la riunione, va sostenendo da diversi giorni. Nel pubblico ci sono anche cittadini contrari all'impianto. Lo spiegano nel primo intervento dal pubblico, "siamo anche d'accordo a costruire un sito di compostaggio per aumentare la differenziata, ma perché a Scampia? Perché in un territorio devastato mediaticamente e fisicamente?". Ma è quando Lino Chimenti dei comitati "pro compostaggio" prende la parola che la situazione degenera pesantemente. "A patto che tutto venga fatto secondo la legge e senza arrecare danno alla cittadinanza, le nostre associazioni non possono opporsi ad un ciclo virtuoso dei rifiuti che preveda un impianto di compostaggio". Ed è qui che entrano in scena i rappresentanti della terza componente che ha preso parte alla riunione : i consiglieri della VIII Municipalità.

"Lei non sa chi sono io" – "Ma che stai dicendo? Ma tu chi sei? Rappresenti 5 persone! Io sono la Municipalità ed io difendo il territorio": le parole di Ludovico Di Maio vice presidente della VIII Municipalità rimbombano nella sala Pignatelli al terzo piano di Palazzo San Giacomo. L'esponente di centro destra, eletto per la cronaca nel 2011 con 269 preferenze, interrompe l'intervento di Chimenti e di fatto sospende l'assemblea pubblica. Le urla di Di Maio danno il via ad una specie di carosello. Tutti i consiglieri della municipalità di Scampia cominciano ad inveire contro i rappresentanti delle associazioni e contro i rappresentanti dell'amministrazione comunale. Ne viene fuori anche un parapiglia, ma ad essere coinvolti sono sempre e solo rappresentanti istituzionali. Ivo Poggiani, consigliere di minoranza della municipalità eletto nella lista di De Magistris, si scaglia contro Di Maio, "siete venuti a fare casino? fate gli uomini!". Ne viene fuori un faccia a faccia tra i due sedato solo dall'intervento di altri consiglieri.

Ma non finisce qui. Sale in cattedra Ciro Esposito, consigliere di municipalità, "da oltre trent'anni" come ci tiene a precisare. Anche lui consigliere di centro destra, attualmente nell'Udeur dopo decenni di militanza Dc. Davanti alla scena impietosa fornita dai politici i cittadini presenti all'incontro esplodono in un coro di indignazione. "Vergogna! vergogna!" gridano all'indirizzo dei politici. Tutti.

Ed è qui che Ciro Esposito ci consegna la sintesi del rapporto tra rappresentanza e cittadini, tra governanti e governati, nel nostro tempo nella città di Napoli. Si rivolge al pubblico e comincia ad urlare: "Vergognatevi voi! voi non siete di Scampia!". Ma la sua ira non si placa. Si rivolge direttamente a Mirella Pignataro, animatrice storica del centro sociale Gridas del Rione Monterosa di Scampia (chi più di lei è di Scampia?), vedova dell'artista di strada Felice Pignataro, a cui è dedicata la stazione della metro di Scampia dove sono esposte in maniera permanente alcuni suoi murales. "Tuo marito non l'avrebbe accettato il sito!" gli urla Ciro Esposito.Il volto stanco e gonfio di Mirella si chiude in una smorfia di indignazione: "Non ti permettere nemmeno di nominarlo!".

La situazione è fuori controllo. Luigi Uccello altro consigliere municipale, sempre eletto nel Pdl, entra in scena vigoroso. "Io non ti permetto di dire che sto provocando! Non te lo consento! Hai capito?", il consigliere si rivolge così ad un membro dello staff di Sodano in un infuocato faccia a faccia. Originario di Piscinola, Uccello fa parte di una famiglia di imprenditori delle pompe funebri dell'area nord di Napoli. A separare i due arriva lo stesso Sodano, il quale però ci tiene a dire due parole anche lui. Si para davanti al consigliere di municipalità, gli punta il dito e gli dice "io non mi sono messo paura della camorra e non mi metto paura nemmeno di voi".

Nel mirino il vicesindaco Tommaso Sodano

La promessa "solenne" – I cittadini in platea continuano ad inveire contro i politici i quali continuano a litigare, urlare, spintonarsi. Ora nel mirino finisce direttamente Sodano. Lui ed il consigliere Ciro Esposito si scuotono, si urlano in faccia. "Non si possono accettare provocazioni" ripete come un mantra Esposito. "Ti devi stare zitto se no ti caccio fuori" risponde Sodano.

I rappresentanti dei comitati, tra i quali anche molti cittadini contrari alla costruzione dell'impianto, sono sconcertati. "Fuori! Fuori!" è il coro unanime che si alza dalla parte della sala opposta a quella dei politici. La situazione si calma, dopo almeno 40 minuti di parapiglia. Sodano riprende la parola e si rivolge direttamente ai consiglieri di municipalità, "Quando siamo in consiglio municipale voi potete parlare per primi, ma qui siamo in una consulta voi siete cittadini come tutti gli altri". L'ira dei consiglieri dei parlamentini è forte. Si sentono "retrocessi" a "cittadini come gli altri".

È Claudio Ferrara che rompe gli indugi. Costruttore edile ed assessore della VIII Municipalità, esponente del Pdl, si avvicina a Sodano e gli porge la mano. "Grazie che c'hai ricevuto – gli dice polemicamente – io ti dico che tu l'impianto a Scampia non lo fai" sbatte il pugno sul tavolo e si avvia all'uscita. I cittadini replicano all'ennesima sortita sopra le righe con un brusio. Ferrara, che si stava avviando all'uscita, torna indietro e si rivolge direttamente ai cittadini nel pubblico, "Ohhh…Beh?" – mima una smorfia sul viso – "il sito non viene a Scampia! ".

Non si capisce se è una "promessa solenne" o forse qualcos'altro.

Il confronto che non c'è stato – La riunione riprende. I toni si ammorbidiscono, la stanchezza prende il sopravvento. In buona sostanza i comitati "pro compostaggio" chiedono al Comune di essere coinvolti, avere un osservatorio per il monitoraggio del sito e l'attuazione di alcune opere urgenti sul quartiere come lo spostamento del campo Rom e l'apertura dello svincolo dell'asse mediano. Le altre associazioni, quelle contrarie, in sintesi dicono che il quartiere ha già troppi problemi e non ne vogliono altri. In un angolino della sala c'è il rappresentante di Gesco, una delle aziende che ha progettato l'impianto. Era venuto per discutere con i cittadini sul progetto, confrontarsi, raccogliere input. Così come molte realtà ambientaliste cittadine erano venute con i propri "documenti", le "osservazioni scritte". Un confronto che non c'è stato.

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