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Opinioni

Napoli, giudice disabile aiutata dalla madre sul lavoro. Dopo un esposto ora è lasciata sola

Annamaria Reale è un Giudice di Pace a Napoli dal 2002: affetta da disabilità – ha problemi di deambulazione a causa di una poliomelite che l’ha colpita quand’era piccolissima – e prossima al pensionamento, si faceva aiutare dall’anziana madre, che la seguiva sul lavoro per supportarla nei suoi bisogni quotidiani. Ora, a causa di un esposto contro di lei, al giudice è stato vietato di far entrare i familiari in tribunale e riceve un’assistenza limitata da una persona preposta. Tanti i colleghi che si sono schierati dalla parte della dottoressa Reale e che hanno fatto partire anche una petizione affinché la madre della donna possa tornare a prendersi cura di lei anche sul posto di lavoro.
A cura di Valerio Papadia
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Annamaria Reale è Giudice di Pace a Napoli dal 2002, negli uffici del Tribunale partenopeo preposti nell'ex Caserma Garibaldi a via Foria, nel cuore del capoluogo campano. Affetta da disabilità e titolare di pensione di invalidità per la cosiddetta legge 104 – ha problemi di deambulazione a causa di una poliomelite che l'ha colpita quand'era piccolissima, a 9 mesi – la dottoressa Reale, che il prossimo 21 settembre andrà in pensione, era solita farsi accompagnare al lavoro dall'anziana madre, che attendeva insieme a lei e l'aiutava nei bisogni e nelle faccende quotidiane, come andare in bagno. Nel periodo delle scorse festività pasquali, però, come ha raccontato la diretta interessata, raggiunta telefonicamente, a Fanpage.it, al presidente del Tribunale sarebbe arrivato un esposto in forma anonima che evidenziava che il Giudice di Pace avrebbe fatto svolgere alla madre lavori di cancelleria. Convocata per spiegare quanto accaduto, il caso è stato archiviato, ma alla dottoressa Reale è stato impedito di far accedere componenti della famiglia negli uffici di via Foria.

Adesso, il giudice di pace è assistita limitatamente da una persona preposta che si limita ad accompagnarla sul luogo di lavoro, per poi andare via: è costretta, dunque, a dover chiedere aiuto per tutte quelle faccende quotidiane che prima venivano espletate dalla madre, come appunto andare in bagno. Il caso ha generato lo sdegno e la solidarietà di molti colleghi della donna e di molti avvocati, che le hanno manifestato la propria vicinanza anche attraverso i social network, proclamandosi indignati per quanto accadutole. Non solo, alcuni avvocati hanno fatto partire anche una petizione – che avrebbe raccolto già un centinaio di firme – affinché la situazione del Giudice di Pace venga riesaminata e la madre possa tornare ad offrirle l'assistenza necessaria.

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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