Napoli, il congresso dei Giovani Democratici tra urla e contestazioni: sospeso e rinviato
Spinte, urla e contestazioni. Si è concluso così, con una sospensione e un rinvio, il congresso regionale dei Giovani Democratici della Campania per il rinnovo della segreteria dopo le dimissioni di Antonella Pepe. Candidati erano Pasquale Stellato, vicesegretario del Pd di Caserta e figlio della deputata Camilla Sgambato e dell'ex consigliere regionale Giuseppe Stellato, e Francesca Scarpato, fidanzata del segretario provinciale del Gd di Napoli, Marco Sarracino, già candidato anche alle primarie per la scelta del candidato sindaco di Napoli.
Il congresso era già stato rinviato lo scorso giovedì e ieri, nella sede regionale del partito, si era tentato un nuovo accordo. Il congresso, aperto da Michele Masulli, inviato a Napoli dalla Commissione di garanzia nazionale, è stato interrotto per le forte contestazioni in platea. Già in mattinata 2300 iscritti ai Giovani Democratici avevano annunciato, in una lunga e durissima lettera fatta recapitare ai vertici nazionali del Partito, il loro addio all'organizzazione giovanile del Pd. Il motivo della protesta è la modalità di convocazione del congresso. Sembra infatti che la chiamata sia arrivata con meno di un giorno di preavviso.
Se ne vanno in 2.300: "Ci sentiamo traditi"
"Ci sentiamo traditi: un'organizzazione nazionale che legittima la convocazione di un congresso regionale in questo modo, non può più rappresentarci. Un congresso in cui pare sia impossibile fare sì che la maggioranza degli iscritti possa scegliere il proprio segretario regionale. Pensate se all'ultimo congresso del Pd, Renzi avesse avuto la maggioranza dei voti assoluti ma la minoranza dei delegati a causa della mancanza della certezza del diritto: ecco la situazione della nostra regione. A Roma si è confuso un elenco di delegati in buona parte illegittima con l'organizzazione reale, avallando un congresso gestito non da una segreteria politica ma da una commissione di "garanzia", mai imparziale fin dai suoi primi atti. Se l'attuale gruppo dirigente nazionale – prosegue la missiva – preferisce regole fatte ad arte a persone reali, non solo deve assumersene la responsabilità, ma soprattutto deve prepararsi alle evidenti conseguenze che ciò comporterà, come un nostro ricorso alla commissione di garanzia nazionale del Pd, in cui denunceremo tutte le assurdità senza alcun fondamento regolamentare avvenute negli ultimi due mesi".