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Napoli, il restauro dei monumenti nel mirino: “Anomalie a vantaggio di una società”

Nel 2013 è partita Monumentando, operazione di restauro di 27 monumenti di Napoli. Il bando è stato espletato e vinto da una società pubblicitaria che sta gestendo il business da 3,5 milioni di euro. Fanpage.it ha intervistato Gaetano Brancaccio, presidente di un’associazione culturale e candidato con Valeria Valente, che ha rilevato “distorsioni e anomalie”.
A cura di Valerio Barbato
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via chiaia

Ventisette monumenti da restaurare e un bando di gara partito nel 2013. L'operazione si chiama Monumentando, ma a vincere il bando non è una società di restauro, bensì una impresa pubblicitaria, la Uno Outdoor diretta da Giuliano Annigliato. Questo strambo avvenimento ha fatto scattare in Gaetano Brancaccio, presidente dell'associazione culturale "Mario Brancaccio" , qualche perplessità, a tal punto da far pervenire una lettera all'Anac, autorità anticorruzione presieduta da . I fatti più rilevanti, secondo Brancaccio, riguardano le tempistiche  dei restauri: per il ponte di Chiaia, per esempio, la conclusione era prevista entro 8 mesi, mentre da 11 sono apposti i cartelloni pubblicitari che sponsorizzano i lavori senza che questi siano ancora iniziati. Fanpage.it ha chiesto a Brancaccio – che, è doveroso dirlo, è candidato con  Valeria Valente sindaco – di chiarire la questione.

Gaetano Brancaccio, ci spiega cosa si nasconde secondo lei dietro l'operazione Monumentando?
L'operazione Monumentando in teoria è anche giusta, ma ha creato una distorsione a vantaggio di una società, cioè la Uno Outdoor, impresa di pubblicità. Qual è il meccanismo? Hanno trasformato un appalto di lavori in appalto di servizi aggirando la nuova legge sugli appalti che prevede l'affidamento a imprese che rientrano nelle categorie OG2 e OS2, cioè imprese che hanno solidità e competenza specifica nel settore del restauro.  L'anomalia sta nel fatto che, mentre ci dovrebbe essere un'impresa di restauro e un'impresa di pubblicità che raccoglie i finanziamenti, c'è solo l'impresa di pubblicità e così l'appalto di opere è stato, all'occasione, trasformato in appalto di servizi.

Questo cosa secondo lei avrebbe comportato?
La situazione in cui ci troviamo oggi è quella di sole quattro fontane restaurate a fronte di 27 monumenti che dovevano essere rimessi a nuovo. Il bando è partito nel 2013 e tutti i lavori si sarebbero dovuti concludere in due anni, ma adesso siamo al 2016. Quello che accade ha dell'incredibile, perché ci sono dei monumenti come il Ponte di Chiaia che è ingabbiato da 11 mesi e nessuno, ripeto nessuno, ha mai visto un solo operaio lavorare. E intanto su quel ponte c'è già in bella vista la pubblicità di una nota azienda, in barba all'art. 11 del bando che prevedeva l'inizio della pubblicità in concomitanza con l'inizio dei lavori. Il bando dice: a tanti giorni di lavoro, devono corrispondere tanti giorni di pubblicità. E sarebbe una cosa giusta, perché la pubblicità è la benzina in questi casi. Ma così non è stato.

E come funziona l'affidamento dei lavori a imprese di restauro, ma soprattutto, chi controlla?
Questa è un'altra anomalia. La Uno Outdoor subappalta i lavori di restauro ad altre imprese, che chiaramente devono rispondere ai criteri prestabiliti, ma il problema sorge nel momento in cui a nominare direttore dei lavori e collaudatore è proprio la Uno Outdoor. C'è solo l'architetto di zona della soprintendenza che dovrebbe vigilare, ma ogni architetto ha tantissimi monumenti in supervisione, non può stare attento a tutto quello che succede. Per esempio la ‘Fontana della Maruzza' è stata "sabbiata", mentre bisognava fare i cosiddetti "impacchi" che servono per restaurate il marmo.

Quale sarebbe stata la soluzione alternativa a Monumentando?
Ma in realtà Monumentando non è una cattiva operazione sulla carta, è la distorsione che ha creato che si è rivelata uno scandalo. In ogni caso, pensi che c'è una cosa che si chiama Art bonus che prevede un credito d'imposta del 65% ai cosiddetti mecenati. Vuole sapere quanto è stato raccolto nelle città italiane più importanti? 65 milioni di euro. A Napoli invece solamente 2.800 euro, una nullità.

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