Napoli, la Las Vegas dei poveri: apre una sala roulette in pieno centro antico
Una sala roulette, videopoker e slot machine in pieno centro storico di Napoli? Si può, a dispetto di regolamenti e buon senso. Così almeno pare dal grande e vistoso striscione di "prossima apertura" piazzato in bella evidenza in piazza Dante, per antonomasia cuore della city partenopea. A sollevare la questione è Gennaro Esposito, tra i pochi consiglieri comunali uscenti che sfidando la lobby del gioco d'azzardo ha pressato affinché il Consiglio comunale di Napoli, lo scorso dicembre, approvasse un regolamento per limitare l'apertura delle sale scommesse.
«Questa sala slot – scrive Esposito su Facebook – in ragione del regolamento approvato dal Consiglio Comunale non potrebbe aprire per un triplice ordine di motivi. Il primo è che sarebbe a meno di 500 metri dalla Chiesa di San Domenico Soriano; il secondo che sarebbe a meno di 500 metri da una scuola, il Convitto Vittorio Emanuele. Infine, il terzo è che – continua Esposito – a quanto pare è in un edificio a vocazione residenziale. Ci dovremmo chiedere dove è la Sinistra al governo della città? Dove sono i movimenti che hanno appoggiato il sindaco Luigi De Magistris? Dove è la partecipazione dei cittadini in una cosa che incide così pesantemente sulle famiglie? Dove è il cosiddetto ‘controllo popolare'?».
L'assesorato cade dalle nuvole: "Non apre nessuna sala giochi"
L'assessorato allo Sviluppo al Comune di Napoli guidato da Enrico Panini in una nota smentisce ogni autorizzazione all'apertura di sale per il gioco d'azzardo in piazza Dante: «Lo striscione – si legge – è una provocazione. Non esistono domande agli uffici comunali circa apertura di sale gioco. E se fossero state presentate sarebbero state rigettate in forza del Regolamento approvato dal Consiglio comunale a fine dicembre 2015. Non è ancora stato possibile accedere ai locali per ordinare l'immediata rimozione dello striscione, che ovviamente sarà verbalizzata. La situazione è monitorata costantemente dalla Polizia municipale».