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Napoli, la mia mattinata passata a scansare le blatte

Lettore racconta a Napoli Fanpage.it: “Mi riparo dal caldo in centro ed ecco arrivare le blatte. E penso a chi, magari in strada ci dorme la notte perché non ha dove andare”.
A cura di Redazione Napoli
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Riceviamo e pubblichiamo da un lettore che si firma per esteso ma ha chiesto di firmare solo col nome di battesimo, Francesco, il racconto di una torrida mattinata d'estate come tante, passata a ‘scansare' e schiacciare blatte che stanno da settimane infestando alcune zone del centro storico e della periferia di Napoli.

Che la sera uno debba fare lo slalom per evitare di sentire il crack di una blatta schiacciata sotto al piede, da qualche anno, è una cosa con cui qualsiasi napoletano sa di dover fare i conti, ma che questa cosa succeda anche a prima mattina un po’ sorprende. L’invasione delle blatte è uno dei grandi classici, un po’ come quelli dell’estate più calda di sempre, dei supermercati in cui far riparare le persone anziane, solo che l’effetto te lo senti un po’ più addosso perché, povere blatte, fanno schifo un po’ a tutti.

E così capita che mentre aspetti un amico, fuggendo il caldo e riparandoti nel fresco della corrente che attraversa il porticato del Teatro San Carlo ti ritrovi qualcosa che ti vola addosso, poggiandosi sul braccio. Non fai neanche in tempo a schifarti un po’ che lo scrolli e vedi la blatta rossa a terra che fugge spaventata. Un attimo e poi non c’è più.

Fa caldo, fa molto caldo e abbiamo imparato che dobbiamo convivere con questa cosa, ma fa un po’ strano pensare che a pochi metri da dove è successa una cosa che, onestamente, è “cosa ‘e niente”, come si dice dalle nostre parti, ogni giorno ci sono clochard che si riparano dal freddo, d’inverno, e dal caldo estremo d’estate. Poggiati a terra, di fronte all’ingresso, habituée per chiunque la mattina attraversi quel tratto per andare a lavoro o a fare una passeggiata.

Un pensiero banale, una cosa con cui (non) facciamo i conti ogni giorno, una cosa che notiamo quando ce la troviamo davanti e spesso la dimentichiamo pochi passi dopo. È solo una blatta, per noi. Chissà, però, se è così anche per chi a terra ci vive gran parte della propria vita.

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