Napoli, l’ambulanza arriva tardi: uomo colto da infarto muore nell’androne di casa, aperta inchiesta
Dovrà essere la magistratura a stabilire se e cosa non abbia funzionato nei soccorsi a un uomo di 59 anni, Carlo Basile, morto a Napoli lo scorso 25 febbraio. La vicenda, riportata dal quotidiano "Il Mattino", è molto delicata: perché il sospetto – che dovrà essere verificato – è che forse il 59enne si sarebbe potuto salvare se i soccorsi fossero stati più celeri. Basile è morto a causa di un infarto nell'androne del suo palazzo, nel pieno centro di Napoli. Ma sulla salma dell'uomo, un restauratore, è stata disposta l'autopsia: l'esame dovrà aiutare a capire se è stato il solo malore la causa del decesso, oppure se, tempestivamente trattato, il 59enne si sarebbe potuto salvare.
La ricostruzione della vicenda
Secondo quanto ricostruito dal quotidiano napoletano infatti tra il momento della chiamata al 118 e l'arrivo di un'ambulanza attrezzata per l'emergenza sarebbe passata circa un'ora. Basile, che a quanto pare stava male dalla tarda mattinata dello scorso 25 febbraio, ha subìto un peggioramento della condizione nel primo pomeriggio e ha deciso di recarsi in ospedale, accompagnato dalla sorella. Ha sceso le scale a piedi ma, non appena arrivato nell'androne del palazzo in vico Milano, traversa di piazza Principe Umberto, si è accasciato al suolo. Erano le 16.45: da allora sono partite le chiamate al 118, che però ci avrebbe messo circa una ventina di minuti a rispondere e quasi un'ora per inviare un'ambulanza attrezzata, giunta solo attorno alle 17.40. Nel frattempo Basile viene assistito prima da alcuni agenti di polizia e poi da due volontari della Croce rossa intercettati per caso per strada: i due soccorritori però a bordo della loro ambulanza non avevano il defibrillatore, per cui hanno potuto praticare al 59enne solo il massaggio cardiaco. All'arrivo dell'ambulanza attrezzata purtroppo per il 59enne non c'era ormai più niente da fare. Adesso l'inchiesta della magistratura dovrà fare luce sulla vicenda.