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Napoli, le pistole da usare per le “stese” nascoste nell’area archeologica di Forcella

La scoperta da parte degli agenti della polizia del commissariato Vicaria Mercato all’interno dell’area archeologica di Forcella, nel Vicoletto Carminiello ai Mannesi: un deposito di armi con all’interno una pistola semiautomatica, completa anche di caricatore e cartucce. L’arma, sequestrata, sarà ora sottoposta ad esami per verificare se sia stata usata di recente, magari proprio in una delle “stese” che hanno caratterizzato il centro storico.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La pistola ritrovata dai poliziotti nella zona archeologica di Forcella.
La pistola ritrovata dai poliziotti nella zona archeologica di Forcella.

NAPOLI – Un blitz della Polizia nel quartiere di Forcella ha portato ad una incredibile scoperta: all'interno dell'area archeologica del quartiere napoletano, infatti, è stato trovato un vero e proprio deposito di armi. La scoperta è avvenuta nel Vicoletto Carminiello ai Mannesi da parte degli agenti della polizia di stato del commissariato Vicaria Mercato.

All'interno del "deposito" di armi ricavato all'interno dell'area archeologica, è stata trovata una pistola semiautomatica di marca Beretta, calibro 9 parabellum, con matricola abrasa e completa di caricatore rifornito da tre cartucce. I controlli nell'area sono avvenuti proprio in seguito alle sempre più frequenti "stese" che si stanno verificando nel quartiere del Centro Storico. Proprio la pistola ritrovata, ora, è stata affidata alla Polizia Scientifica per gli accertamenti del caso: non è escluso che possa essere stata usata proprio per una delle tante "stese" che stanno avendo luogo a Napoli nell'ultimo periodo.

La zona archeologica di Forcella, del resto, non è molto pubblicizzata ma costituisce una rarità nel suo genere: si tratta infatti di un grosso edificio di epoca romana, risalente almeno al I secolo dopo Cristo, e che rappresenta l'estensione di un'intera insula compresa tra il Decumano Maggiore ed il Decumano Minore. La scoperta avvenne in maniera quasi casuale, quando la Chiesa di Santa Maria del Carmine ai Mannesi ed alcuni edifici adiacenti furono distrutti da un bombardamento nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. Dal crollo dovuto alle esplosioni, emerse che i muri ed il fondo stesso della chiesa nascondessero proprio i resti dell'enorme edificio di epoca romana, a sua volta estensione di un'antico edificio risalente almeno all'età repubblicana. Il complesso, nelle cui vicinanze aveva anche un edificio adibito a Terme, ancora oggi è visitabile solo su richiesta, con tanto di prenotazione obbligatoria, visto che si trova "incastrato" tra le odierne Via Duomo (est), via Tribunali (nord) e via San Biagio dei Librai (sud), con l'unico accesso che invece si trova in vico I Carminiello ai Mannesi.

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