Napoli-Milan è stata un’altra odissea su DAZN, tifosi napoletani: arrangiatevi!
Siamo sul 3-2 per il Napoli, c'è un contropiede bruciante per gli azzurri. Mertens sembra danzare sulla palla amoreggiando con Insigne in uno scambio veloce che sta lanciando il folletto di Frattamaggiore verso la porta, un'azione bellissima rovinata dalla lucidità di mio suocero, seduto al mio fianco sul divano di casa mia: "No, non hanno segnato, altrimenti i ragazzi della Pizzeria avrebbero esultato 40 secondi fa". Ecco, direi che il senso di Napoli-Milan vista su DAZN per i tifosi napoletani sia tutto qui.
Tra le strade popolose del quartiere, il problema principale non è solo quello della linea, dei ritardi e della visione a contagocce. Guardare una partita su DAZN è un attentato costante alla serenità del tifoso partenopeo. Per ogni azione, in ogni istante, c'è il terrore di rovinarsi un gesto atletico potenzialmente da gol. Perché ieri, su tre segnature fatte dal Napoli, le esultanze nella mia zona (e credo pure nelle vostre, a giudicare dai commenti sui social) sono state tutte a scoppio ritardato. I ragazzi della Pizzeria, al piano terra, avevano un vantaggio di 40 secondi circa; noi al secondo piano eravamo a +40"; il vicino di fronte, che noi da sempre simpaticamente abbiamo rinominato Panz'e Vierm' e che è noto a tutti per rompere oggetti a caso ogni domenica in segno di gioia, distruggeva le sue cose 30 secondi dopo il nostro esultare. E così via, di strada in strada, a seconda della distanza dalla centralina dice la vox populi, c'era chi esultava prima e chi dopo.
Mi chiedo cosa abbiamo fatto di male per meritarci una roba del genere. Il problema non sembra essere solo DAZN che, parola del suo CEO sta lavorando per migliorare il servizio, ma la struttura delle reti italiane, datate e lente, insufficienti per ospitare senza intoppi un servizio all'avanguardia di questo tipo. Ma a prescindere dalle scuse e dai distinguo, una partita in streaming per la sua natura continuerà sempre a causare il problema della contemporaneità pertanto toccherà abituarsi. Io non mi capacito, forse tornerò alla radiolina e magari andrò di più allo stadio (e lì apriremo un altro interessante capitolo sull'inospitalità del San Paolo, su quanto sia difficile arrivarci, trovare parcheggio ecc.). Nel frattempo, il tifoso-pantofola può riformulare il rito fantozziano della partita. Niente più "frittata di cipolle, Peroni familiare e rutto libero" ma "montaggio infissi a isolamento acustico e disattivazione notifiche da cellulare". E urlare "Arrangiatevi!" dal balcone come un moderno Totò perché questa, dicono loro, è l'innovazione e così ce la dobbiamo tenere.