Napoli, morto l’architetto Massimo Rosi: era il fratello del regista Francesco
NAPOLI – Si è spento all'età di ottantanove anni Massimo Rosi, architetto napoletano e fratello del più noto Francesco, tra i più grandi registi italiani. La notizia è stata data da Antonio Pariante, animatore del Comitato Porto Salvo, che su Facebook ha dato l'ultimo saluto a Massimo Rosi: "Ciao Massimo, un altro gigante napoletano che se ne va". I funerali si terranno nella Chiesa di Santa Teresa a Chiaia, in via Vittoria Colonna alle 16: un luogo al quale Massimo Rosi e la sua famiglia erano molto legati.
Fu lui a progettare "scenicamente" il crollo del palazzo in via Marina, elemento che da l'inizio al celebre film diretto dal fratello Francesco Rosi, "Le mani sulla città": nella scena, rimasta famosa, si vede la caduta di un palazzo provocata dai lavori di un'impresa edilizia chiamata a lavorare per una "espansione", in cui muoiono due persone mentre un bambino perde le gambe. Un tema particolare, che rese la scena, ed il film, particolarmente celebri. Massimo Rosi era tra le altre cose anche urbanista e, con il figlio Riccardo, nel 2012 criticò fortemente il piano regolatore di Napoli in un'intervista rilasciata a Chiaia Magazine: "Basta passi falsi. A Barcellona vincono le idee, a Napoli si naviga a vista", spiegarono i due. Legatissimo, come il fratello Francesco, alla zona di Chiaia e di Marechiaro, Massimo Rosi era nato nel 1930, otto anni dopo il fratello (spentosi nel 2015). Una vita caratterizzata da tanti traslochi, ma tutti nel cuore di Napoli: dal quartiere di Montecalvario a Via Cesare Rossaroll, quindi Viale Regina Elena ed infine Via San Pasquale a Chiaia, luogo che entrambi i fratelli hanno sempre amato fino alla fine e dove si terranno nel pomeriggio i funerali.