Napoli, muore Ciro Mazzarella detto ‘o Scellone. Borrelli: “Funerale in chiesa un errore”
Polemiche a Napoli dopo i funerali di Ciro Mazzarella, detto ‘o Scellone, considerato una delle figure di spicco dell'omonima famiglia criminale particolarmente attivo nell'ambito del contrabbando di sigarette. A sollevarle, è stato Francesco Emilio Borelli, consigliere regionale dei Verdi, che ha puntato il dito contro il fatto che i funerali si siano svolti in chiesa, in barba al divieto di celebrazione della funzione religiosa per quanto riguarda i malavitosi sancito dal Cardinale Sepe.
"Per quale motivo Ciro Mazzarella ha avuto un funerale in Chiesa se il cardinale Sepe ha più volte ribadito che i camorristi e i malavitosi devono restare fuori dalle Chiese anche da morti?", si è domandato Borrelli, sottolineando che a suo avviso, l'aver "concesso alla famiglia Mazzarella la possibilità di celebrare i funerali in Chiesa ha permesso a quella gente di confermare la loro presenza sul territorio". Ai funerali, tenutisi nella Chiesa di Santa Lucia a Mare, hanno partecipato anche tantissime persone comuni.
Ciro Mazzarella, detto ‘o Scellone (letteralmente "Ascellone", soprannome che nel napoletano viene dato a chi è particolarmente alto), era originario di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale di Napoli, da dove arriva l'omonima famiglia. Già a dieci anni era finito in riformatorio dopo aver accoltellato un uomo. Considerato figura di spicco soprattutto nell'ambito del contrabbando di sigarette, l'uomo era stato arrestato più volte nel corso degli anni.
"Segnali come questi sono preoccupanti", ha aggiunto ancora Borrelli, "e rendono difficile il lavoro di quanti combattono la camorra e la delinquenza in generale, anche isolando chi ne fa parte. La presa di posizione del cardinale Sepe è sacrosanta e va sostenuta, ma deve essere concreta e non restare solo un’intenzione come purtroppo dimostrano i fatti, come il funerale per Mazzarella e quello in onore della vedova Moccia ad Afragola, qualche mese fa".