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Napoli, picchiata una dottoressa nel Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco

Una dottoressa è stata raggiunta all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli da alcune donne che l’hanno aggredita e procurato un trauma facciale: ne avrà per 30 giorni. Il direttore generale dell’Asl Napoli Ciro Verdoliva: “Gesto vile e indegno, se qualcuno crede di poter dettare legge o di poter ignorare le disposizioni dettate dalla direzione generale si sbaglia”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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L'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli
L'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli

Una dottoressa del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è stata picchiata nella notte da alcune donne che, stando alle prime ricostruzioni, si sarebbero introdotto nel pronto soccorso aggirandone i divieti. Non è chiaro se si tratti di pazienti o, più verosimilmente, di alcuni parenti di qualche degente. Fatto sta che la donna, per l'aggressione subita, ha rimediato un trauma facciale e ne avrà per almeno trenta giorni. Si tratta della 66esima aggressione subita a Napoli dal personale sanitario in questo 2019, come comunicato dall'associazione "Nessuno tocchi Ippocrate".

"Gesto vile e indegno", ha spiegato Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro. "Chi ha aggredito la dottoressa, ha aggredito ciascun medico, ciascuna infermiera e operatore, ma soprattutto ha tolto ad altri pazienti il diritto di essere assistiti". Si cerca ora di capire come le donne abbiano avuto accesso al pronto soccorso in una zona proibita proprio a garanzia degli operatori. E non è escluso che qualcuno possa averle fatte passare volontariamente, forse sottovalutandone il pericolo. "Se qualcuno crede ancora di poter dettare legge al San Giovanni Bosco o di poter ignorare le disposizioni dettate dalla direzione generale si sbaglia", ha proseguito Verdoliva, "Finché io sarò direttore generale di questa Asl, il San Giovanni Bosco sarà al servizio solo dei pazienti e non tollererò che il personale medico e infermieristico sia ostaggio di nessuno. Il ripristino della legalità è stato avviato e non è più possibile ritornare indietro", ha quindi concluso Verdoliva, "ed è nostra intenzione dimostrare che siamo donne e uomini pronti a riprenderci la dignità per troppe volte calpestata e guadagnare fiducia dei cittadini".

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