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Napoli, processo CasaPound: tutti assolti da accuse di associazione sovversiva e banda armata

Sono stati tutti assolti “perché il fatto non sussiste” dalle accuse di associazione sovversiva e banda armata i 35 militanti di CasaPound sotto processo a Napoli; unico condannato, per altro reato, Enrico Tarantino, ritenuto responsabile di detenzione in luogo pubblico e porto di ordigni esplosivi. L’inchiesta era partita dopo gli scontri con gli attivisti dei centri sociali nel 2010/2011.
A cura di Nico Falco
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Emmanuela Florino
Emmanuela Florino

Sono stati assolti i 34 attivisti di Casapound che erano sotto processo a Napoli per le accuse di associazione sovversiva e banda armata. La sentenza è stata emessa dalla seconda Corte di Assise di Napoli (presidente Barbarano), secondo cui "il fatto non sussiste". Unica condanna di rilievo, a tre anni, Enrico Tarantino, ritenuto colpevole di porto e detenzione in luogo pubblico di ordigni esplosivi. Il pm Catello Maresca aveva chiesto la condanna per tutti, con pene dagli otto mesi a un anno di reclusione, per vari reati, tra i quali i principali erano proprio associazione sovversiva e banda armata.

Insieme all'assoluzione, il presidente della commissione ha sancito decaduti per prescrizione alcuni dei reati presenti nell'istruttoria del pm, tra cui alcuni che avrebbero fatto riferimento a degli scontri tra gli appartenenti a CasaPound e gli attivisti dei centri sociali avvenuti tra il 2010 e il 2011 a Napoli.

CasaPound, assolti gli attivisti: "il fatto non sussiste"

La sentenza "perché il fatto non sussiste" assolve dalle accuse di banda armata e associazione sovversiva, tra gli altri, Enrico Tarantino, Giuseppe SavutoEmmanuela Florino, figlia dell'ex senatore di Alleanza Nazionale Michele Florino, ed Andrea Coppola. Per quattro imputati, ritenuti capi e organizzatori, furono richieste le pene più severe: 8 anni per Enrico Tarantino, 6 anni di reclusione per Giuseppe Savuto, Emmanuela Florino e Andrea Coppola; il pm Maresca aveva chiesto anche pene alternative rispetto all'ipotesi di accusa secondaria di associazione per delinquere "semplice". L'unica pena detentiva emessa sono i 3 anni per Tarantino (il pm ne aveva chiesti 8) per la detenzione di bottiglie molotov che sarebbero state lanciate nel 2010 contro la sede del centro sociale Insurgencia.

Le accuse ai militanti per banda armata e associazione sovversiva

Le accuse di banda armata e associazione sovversiva erano state formulate in quanto, secondo il pm Maresca, il gruppo era ispirato da "un'ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali". La tesi della Procura era stata accolta dal gip Francesco Cananzi, bocciata dal Tribunale del Riesame e di nuovo presa in considerazione dalla Cassazione, secondo cui i fatti su cui verteva l'inchiesta, nata dopo gli scontri tra attivisti di CasaPound e centri sociali, erano espressione "di una strategia ideologicamente orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema".

Florino (CasaPound): "Capi di imputazione da Br, contenti dell'assoluzione"

"Siamo contenti per questa sentenza – commenta a Fanpage.it Emmanuela Florino, tra gli attivisti di CasaPound assolti – è arrivata davvero inaspettata, perché in questi 7 anni sembravamo gli unici a credere nella nostra innocenza. Ci hanno mosso contro accuse da Brigate Rosse e per anni questa storia è stata riproposta, specie per me che sono stata candidata in politica. La Corte di Assise ha guardato i fatti ed esaminato le intercettazioni senza lasciarsi condizionare. Anche CasaPound si è tolta un bel peso, il mio cruccio era di aver creato involontariamente un danno al movimento per gli aggettivi che ci venivano attribuiti e che non rispecchiano quello che davvero rappresenta Casapound". Riguardo a Enrico Tarantino, CasaPound fa sapere che "si tratta di una persona che era stata già allontanata e che agiva da sola".

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