Napoli, ragazzo resta senza farmaco anti-tumore: il farmacista glielo consegna a casa
Un errore burocratico, una prescrizione medica sbagliata e un ragazzo, in lotta contro un tumore e per questo sottoposto a chemioterapia, è rimasto senza i farmaci necessari e indispensabili alla sua terapia: il suo farmacista, ricevuta la richiesta di aiuto da parte del padre, si è subito adoperato affinché il giovane avesse le sue medicine, senza dover mettere nuovamente in moto la macchina burocratica, che avrebbe impiegato troppo tempo. La storia arriva da Napoli e a raccontarla è lo stesso farmacista, il dottor Raffaele Marzano, che affida a Facebook il suo racconto. "La telefonata è arrivata sabato sera: per un mero errore di prescrizione un giovane ragazzo, in lotta contro un tumore, sarebbe rimasto senza medicinale" spiega il farmacista partenopeo. Ad intervallare il racconto del dottore c'è anche quello di Federfarma, la Federazione nazionale che raggruppa le farmacie del territorio, che spiega cosa è accaduto e la risoluzione del problema.
Seguendo l'iter burocratico, il ragazzo avrebbe avuto bisogno di un'altra ricetta medica per poter avere il farmaco, ma questo avrebbe impiegato troppo tempo e il giovane sarebbe rimasto così senza medicine, indispensabili per la sua terapia. Si è deciso di contattare dunque Gabriele Dello Iacovo, amministratore delegato di Federfar.Na, azienda che gestisce lo smistamento dei farmaci di proprietà delle Asl alle farmacie, che ha deciso di aprire in via straordinaria il deposito; questa mattina, anche grazie al responsabile della logistica dell'azienda, Gianluca De Falco, il farmaco era stato reperito e pronto per raggiungere il giovane.
"Ritiro e consegna – prosegue nel suo racconto il dottor Marzano – non mi accorgo che sto sforando i limiti e la polizia mi insegue e mi ferma: dopo le spiegazioni sono comprensivi e compiaciuti. Quando arrivo, il padre del ragazzo mi prende la testa tra le mani e mi bacia in barba a qualsiasi precauzione… Al diavolo le mascherine, i Dpcm, le polemiche, il modo in cui ci fanno lavorare".