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Napoli, rinviato a giudizio il parcheggiatore abusivo che aggredì il consigliere Borrelli

Rinviato a giudizio il parcheggiatore abusivo che il 15 settembre di due anni fa prese a schiaffi il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi) che lo stava filmando. Per il giudice, “non sussiste alcuna violazione della privacy nel documentare delle attività criminali su suolo pubblico”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

Nessuna violazione della privacy nel riprendere e documentare le attività illegali: è stato così rinviato a giudizio il parcheggiatore abusivo che aggredì il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi), che da tempo ha iniziato una vera e propria crociata con quello che è un malcostume tra i più diffusi sul territorio napoletano. In quell'occasione, il 15 settembre di due anni fa, l'uomo prese a schiaffi il consigliere regionale, che lo stava filmando mentre svolgeva il proprio "lavoro" in strada.

"Il giudice ha evidenziato come non sussista alcuna violazione della privacy nel documentare delle attività criminali su suolo pubblico", ha spiegato Francesco Emilio Borrelli, "viene meno, dunque, il mantra di cialtroni, delinquenti e intrallazzatori che invocano il rispetto della riservatezza quando sono ripresi per continuare a fare i propri comodi. Il rinvio a giudizio del parcheggiatore è una prima vittoria nella nostra battaglia contro questi criminali ma non ci fermeremo", ha aggiunto ancora il consigliere regionale del Sole che Ride.

Borrelli ha anche invitato tutti i cittadini "a fare come noi, denunciateli. Solo così estirperemo questi estorsori della sosta dalle nostre strade". Al momento, fa sapere Borrelli, sono stati denunciati 26 parcheggiatori abusivi, ed altri 37 sono stati segnalati. E nei prossimi giorni un nuovo dossier potrebbe essere portato in Procura. "Le nostre battaglie sarebbero state più semplici e immediate se l'oramai ex ministro dell’Interno Matteo Salvini si fosse dato una mossa ad approvare i decreti attuativi della norma che ne permetteva l'arresto", ha quindi concluso Borrelli.

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