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Napoli Sotterranea passa al Comune: la concessione ai privati non sarà rinnovata

Napoli Sotterranea, dal prossimo maggio, quando scadrà l’attuale concessione, passerà gradualmente al Comune di Napoli. L’intenzione di internalizzare il servizio è stata confermata dall’assessore Alessandra Clemente. Ne danno notizia, dopo un incontro, gli attivisti dell’Ex Opg e di Je so’ pazzo.
A cura di Nico Falco
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Ingresso di Napoli sotterranea in piazza San Gaetano
Ingresso di Napoli sotterranea in piazza San Gaetano (Wikimedia).

Il Comune di Napoli non rinnoverà la concessione ai privati per Napoli Sotterranea e, dopo un periodo in cui il sito sarà affidato alla partecipata Napoli Servizi, passerà completamente sotto il controllo di Palazzo San Giacomo. La decisione arriva al termine dell'incontro  che si è tenuto oggi, 10 febbraio, tra l'assessore Alessandra Clemente e le attiviste dell'Ex Opg Je so' pazzo, di Potere al Popolo! Napoli e una delegazione di ex lavoratori del sito archeologico.

"Abbiamo chiesto la fine della concessione verso privati e del bene e quindi una gestione pubblica del sito – spiegano le attiviste – per garantire maggiori diritti ai lavoratori e per utilizzare i proventi del sito per fini sociali. L'assessore ha finalmente accolto le nostre richieste. Il Comune ha infatti accettato le nostre proposte in pieno, dichiarando di non voler rinnovare il prossimo 13 maggio, giorno della scadenza, la concessione del sito di Napoli Sotterranea ad Albertini e si è impegnato a internalizzare il servizio attraverso una fase di transizione, che prevederà un affidamento temporaneo della durata di massimo 4 anni a Napoli Servizi, per riuscire ad arrivare successivamente a una internalizzazione completa del sito". Il prossimo appuntamento tra gli attivisti e il Comune di Napoli ci sarà il 25 febbraio a Palazzo San Giacomo, alla presenza dell'assessore Monica Buonanno.

Nel maggio scorso Napoli Sotterranea era stata al centro di una inchiesta della Corte dei Conti relativa proprio al canone di locazione: poco meno di 10mila euro, ovvero un decimo di quanto il Comune avrebbe dovuto incassare per quegli spazi. Ad ottobre, invece, il Tribunale di Napoli aveva condannato la società che gestisce Napoli Sotterranea a risarcire una ragazza che aveva lavorato per anni in nero.

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