Napoli, Whirlpool chiude: prima notte di presidio per gli operai a rischio licenziamento
Hanno passato la notte davanti allo stabilimento. Circa cinquanta operai dello stabilimento Whirlpool sono rimasti nelle varie aree del sito produttivo in segno di protesta contro la cessione dello stabilimento, comunicata ai sindacati dai vertici della multinazionale. Una mossa a sorpresa, dopo l'accordo dello scorso ottobre, quando l'azienda aveva annunciato un piano triennale di investimenti per 250 milioni di euro per tutte le sedi italiane. La fabbrica per cui invece è stata decisa la riconversione con cessione del ramo d'azienda si trova a Napoli Est, in via Argine, e dà lavoro a 430 persone. I dipendenti hanno presidiato la sala auditorium, la portineria, il parcheggio e il piazzale antistante l'ingresso; altri hanno piantato una tenda da campeggio attrezzata e hanno trascorso la notte a pochi metri dal varco principale di accesso alla struttura. Per lunedì mattina, 3 giugno, è prevista una assemblea all'interno dello stabilimento di via Argine, promossa da Fim, Fiom e Uilm, a cui prenderanno parte i vertici nazionali delle tre organizzazioni di categoria.
Chiude Whirlpool a Napoli
Dopo l'annuncio della cessione gli operai del sito di Varese avevano dichiarato lo sciopero spontaneo in segno di solidarietà. La decisione contrasta con la promessa dei vertici della multinazionale, che lo scorso anno, con un accordo con le sigle sindacali, avevano garantito investimenti mirati per tutti i siti Whirlpool per tre anni, fino al 2021. Per il 4 giugno il ministro dello Sviluppo Economico ha convocato un tavolo di crisi per discutere della situazione. "Molti nostri compagni – afferma Donato Aiello, della Rsu Fiom – sono ancora sotto choc per questa decisione comunicata dall'azienda. Abbiamo passato la notte a discutere e ad organizzare la nostra mobilitazione".