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Nasce l’associazione “Ciro vive”: una lapide e una quercia per Ciro Esposito a tre anni dall’omicidio

L’associazione “Ciro Vive” è stata inaugurata nel parco pubblico del quartiere, in viale della Resistenza. “Io e mio marito Antonio abbiamo pensato alla sede di quest’associazione come alla casa che avremmo comprato per lui nel giorno del suo matrimonio”, ha dichiarato la mamma di Ciro, Antonella.
A cura di Enrico Tata
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Tre anni fa esatti Ciro Esposito fu ferito a morte da un colpo di pistola sparato da un tifoso romanista. Il tifoso napoletano era nella Capitale per assistere alla finale di Coppa Italia tra gli azzurri e la Fiorentina. Oggi la sua Scampia lo ricorda con una lapide e una quercia in suo onore, ma soprattutto con l'apertura della sede dell'associazione "Ciro Vive", inaugurata nel parco pubblico del quartiere, in viale della Resistenza. A tagliare il nastro è stata la mamma di Ciro, Antonella: "Io e mio marito Antonio – racconta – abbiamo pensato alla sede di quest'associazione come alla casa che avremmo comprato per lui nel giorno del suo matrimonio. Le tante persone che si trovano qui stasera dopo tre anni dalla morte di mio figlio sono spinte solo dall'amore. Questa sede significa tanto per Scampia, per Napoli e per l'Italia intera: rappresenterà un punto di aggregazione, un luogo aperto a tutte le iniziative, anche quelle che non riguardano lo sport ma che nascano a fin di bene e di sostegno".

In collaborazione con l'amministrazione comunale, l'associazione ha già in programma un'iniziativa fissata per il prossimo giugno: " Coinvolgeremo tutto il quartiere, ci sono bambini e bambine che piangono ancora la scomparsa di mio figlio", ha detto mamma Antonella. Alla cerimonia, oltre alla famiglia e a tante associazioni del territorio, hanno partecipato il vicepresidente del Napoli Edoardo De Laurentiis, l'assessore allo sport Ciro Borriello e il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice. Presente anche l'assessore regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli: "Ricordare Ciro significa anche evitare che il suo assassino non venga condannato a una pena giusta che, di certo, non riporterà il giovane tifoso napoletano ai suoi cari, ma almeno renderà giustizia a lui e a chi ha sofferto e soffre per la sua morte”.

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