Nipote del superboss Bidognetti ripudia lo zio camorrista e si candida a Casal di Principe

Suo zio è uno dei boss più spietati dei Casalesi, in carcere da 26 anni. Una parentela scomoda è anche stretta: è il fratello della madre. Ma lui, 28 anni, che quando lo zio è finito in galera ne aveva appena 2, ha deciso di prendere una strada diversa, candidandosi in una delle zone che negli ultimi anni sono finite sotto i riflettori proprio per storie di camorra: Casal di Principe, in provincia di Caserta. Perché purtroppo "i parenti non si scelgono" ma ognuno può fare la sua parte per "contribuire direttamente alla rinascita del territorio". Luigi Cantelli, laureato in economia finanziaria e presidente del "Forum comunale della Gioventù", sarà nelle liste a sostegno del sindaco uscente, Renato Natale, che alle prossime amministrative tenterà di essere rieletto.
È il nipote del capoclan Francesco Bidognetti, il boss noto come Cicciotto ‘e mezzanotte, ma lui porta il cognome di un altro zio, che della camorra è stata vittima innocente: Stanislao Cantelli, ucciso nell'ottobre 2008 dall'ala stragista di Giuseppe Setola in un circolo di Casal di Principe. La candidatura, per via della parentela ingombrante, è stata accettata dopo una lettera pubblicata sul sito web "iReporters", con cui il ragazzo ha chiesto al sindaco uscente di contribuire. Nel testo, Contelli non fa mistero della sua parentela, ma anzi ne parla esplicitamente, sottolinenando le possibili ripercussioni e la "gogna mediatica" a cui potrebbe involontariamente esporre Renato Natale in caso decidesse di farlo entrare nelle sue liste, così come era già capitato a lui stesso quando si era saputo di chi fosse il nipote.
"Nessuno al momento della nascita ha la possibilità di scegliere i propri familiari e nessun cittadino è responsabile delle condotte altrui – scrive il ragazzo – è opportuno chiarire che, anche per ragioni anagrafiche, io non ho mai avuto rapporto con lui, di cui condanno moralmente le azioni, che hanno danneggiato anche indirettamente la mia persona".
A far propendere per il sì del sindaco è stato anche il cambiamento che in questo anni si è registrato a Casal di Principe, che solo poco tempo fa oltre i confini aveva la triste fama di roccaforte di camorra. Quando è stato eletto cinque anni fa, ha ricordato Renato Natale, probabilmente si sarebbe rifiutato: il Comune usciva da uno scioglimento per infiltrazione camorristica. Ma oggi, ha concluso, "quella scelta di rompere col passato va consolidata, e per farlo bisogna coinvolgere tutta la cittadinanza".