“Noi evitavamo quel ponte a Genova”: il racconto di un camionista napoletano a Fanpage.it
Il Ponte faceva paura a molti. E non solo ai residenti, ma anche a chi lo attraversava a bordo del proprio camion, per raggiungere il porto o l'altra parte di Genova. Il viadotto sul Polcevera, comunemente definito "Ponte Morandi" dal nome dell'ingegnere che lo aveva progettato, alla fine è crollato davvero, lasciando una scia di morti, feriti e dispersi ancora in fase di quantificazione.
A spiegare ai microfoni di Fanpage.it la situazione del ponte è stato un camionista di Casalnuovo di Napoli, lo stesso paese da cui proveniva Gennaro Sarnataro, il camionista quarantottenne morto nel crollo del ponte Morandi di Genova. Anche lui, ha confermato la "paura" di attraversare quel ponte. "Ho attraversato quel ponte decine e decine di volte", ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it, "Ogni volta che lo attraversavo per me era una paura indicibile solo a guardarlo. Solo a vedere il modo in cui stava, faceva paura attraversarlo. Il più delle volte, quando potevamo, sceglievamo la linea Torino-Milano per non passare dal ponte".
Insomma, un ponte che si confermava già in una situazione particolare prima del crollo. E che alla fine è davvero venuto giù, uccidendo una quarantina di persone, molte delle quali giovani che andavano in vacanza, ma anche intere famiglie e, per l'appunto, autotrasportatori. Proprio Gennaro Sarnataro, che su quel ponte ha perso la vita mentre era alla guida del suo camion. Tutta Casalnuovo, quest'oggi, era letteralmente a lutto. Gennaro, che lascia una moglie e due figli piccoli, viene ricordato come "una persona schietta e umile, come tutti noi, che lavorava, faceva il suo mestiere con diligenza e voglia di lavorare", ha raccontato sempre ai microfoni di Fanpage.it il suo collega autotrasportatore, "ed uscire di casa per lavorare e poi morire così, perché il ponte viene giù, è da belve".