Non andava più a scuola da mesi: “Mi umiliano perché sono grassa”
Non andare a scuola, decidere di non andarci, d'accordo coi genitori. E perché? Per andare a lavorare, per restare a casa, come molte, troppe ragazze della periferia napoletana fanno? Niente di tutto questo. È una scelta obbligata, è sottrarsi ad un bullismo continuo, asfissiante, vergognoso. Siamo a Napoli Est, un tempo periferia industriale e oggi scatola vuota ricca di progetti e speculazioni, povera e preoccupante per chi ci vive. I carabinieri durante un servizio antidispersione scolastica si imbattono in una di quelle storie che a raccontarle non ci si crede.
Si tratta di una ragazzina che a scuola non ci andava più da tempo. Perché, le chiedono i militari? Per evitare di stare non un minuto di più sotto il giogo dei bulli di classe, quelli che la apostrofavano in ogni modo solo perché la ragazzina era in sovrappeso. Non voleva continuare a subire gli scherni dei compagni, la studentessa. Che decide, insieme ai genitori, di sparire dal sistema dell'istruzione obbligatoria. I genitori confermano: hanno deciso di assecondarla per evitare che la loro figlia venisse derisa.
Dispersione scolastica, il blitz: 19 genitori denunciati
Durante l'operazione dei carabinieri i militari hanno chiesto ai genitori di spiegare come mai avessero consentito ai loro figli di non frequentare le lezioni: qualcuno ha cercato di giustificarsi dicendo che aveva pensato di far proseguire gli studi in una scuola privata ma che poi aveva scoperto di non essere in grado di gestire la scelta poiché troppo costosa. Tra Barra, Poggioreale e Ponticelli denunciati 19 genitori. Ogni denuncia una storia, ogni storia la stessa domanda: si poteva evitare, tutto ciò?