Non è vero, ma ci credo: le cinque superstizioni più famose a Napoli
"Tutte le superstizioni del mondo sono raccolte a Napoli", scriveva Matilde Serao, che conosceva bene tutte le credenze, le tradizioni i rituali di quella popolazione che pur di sopravvivere si era affidata ad un universo parallelo di misteri, magia ed esoterismo. Un mondo fatto di gesti quotidiani e rituali dove per contrastare il male bastava una spruzzata di sale e dove la malasorte si scacciava con il corno rosso che con la sua forma puntuta e allungata, se impugnato e diretto in basso avrebbe scaricato a terra, negli inferi, gli influssi malvagi, come una sorte di conduttore della sfortuna. Passati i secoli alcune di queste superstizioni si sono stinte, fino a scomparire per sempre, come le credenze nelle entità del focolare, benigne o maligne che fossero, ma sempre accettate come fossero presenze familiari. Tra queste la ‘mbriana, benevola figura femminile protettrice della casa, che anticamente le mamme e le nonne si propiziavano apparecchiando un posto per lei a tavola. Accanto al munaciello, spiritello umorale, a volte dispettoso altre giocoso, che aveva i connotati di un ragazzino, la ‘mbriana, protagonista di tanta letteratura partenopea è pian piano scomparsa dallo "stato di famiglia" dei Napoletani. Tolto il velo dell'irrazionale, della devozione quasi pagana, Napoli resta ancora una città profondamente superstiziosa, anche se ormai i suoi abitanti hanno spinto credenze e tradizioni sul piano ludico. Eppure non poche abitudini continuano ad essere osservate tramandate ed osservate con disincantata eppure puntuale precisione. Ecco, nel giorno più nefasto per parlare di superstizioni, il temutissimo venerdì 17, le cinque superstizioni più famose (e osservate) di Napoli.
#1. L'ombrello aperto in casa
Vi è mai capitato di aprire un ombrello essere precipitosamente "disarmati" dall'ombrello al primo accenno di aprirlo in casa o al coperto? È naturale, aprire il parapioggia in casa porta male, lo sanno tutti.
#2. Spazzare sui piedi
Se mai vi trovaste a raccogliere le briciole di pane con una scopa dopo un pasto, notate la presenza di giovani non sposate e badate di passare con la scopa sui loro piedi: le condannereste all'eterno nubilato.
#3 Lo specchio rotto.
Rompere uno specchio non porta solo cattiva sorte, porta sette anni di cattiva sorte. Alcuni Napoletani maldestri hanno si trovano a dover scontare 14 o 28 anni di guai. Volete rischiare?
#4. La spilla in regalo
Se ricevete in regalo una spilla non dovete dire grazie, dovete conficcare la punta nel dito di chi ve l'ha donata. Solo così potrete assicurarvi che il legame non si spezzi dopo tale dono. Qualche volta per fare del bene è necessario fare del male.
#5. L'olio a terra
Versare l'olio porta sventura, è acclarato. E con quello che costa una bottiglia di olio d'oliva, è ben comprensibile che ne pagheremo due volte il prezzo. Perché rischiare?