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Omicidio Bacioterracino, annullato l’ergastolo per Costanzo Apice

Per Costanzo Apice dovrà essere celebrato un nuovo processo di appello. Il pregiudicato era stato condannato in primo e in secondo grado al massimo della pena per l’omicidio di Mariano Bacioterracino, ucciso l’11 maggio 2009 al Rione Sanità.
A cura di An. Mar.
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Le immagini crude e scioccanti diffuse dalla Questura di Napoli impegnata nella ricerca del killer, sembravano inchiodare senza margine di errore Costanzo Apice, il sicario di Camorra che l'11 maggio 2009 freddò a colpì di pistola Mariano Bacioterracino, un via Vergini alla Sanità. Sei anni dopo l'omicidio la sentenza di ergastolo viene annullata dalla prima sezione della Corte di Cassazione, secondo la quale i fotogrammi di quel video non bastano a identificare nell'omicida della Sanità il pregiudicato Apice. Eppure a sostegno dell'ipotesi di colpevolezza dell'affiliato ci sono le dichiarazioni del pentito Antonio Zaccaro che rivelò ai magistrati un particolare decisivo, quello dell'offerta da parte del clan, di pagare un intervento di chirurgia plastica al suo uomo per renderne impossibile il riconoscimento. All'epoca Apice rifiutò, racconta il pentito, sarebbe stata un'ammissione di colpevolezza.

Nel mirino le dichiarazioni dei pentiti

La difesa, per  tutto il processo, ha battuto sull'impossibilità di riconoscere sul volto dell'assassino un segno particolare dell'imputato, la presenza di un grosso neo sul viso, che non compare affatto nelle immagini dell'impianto di videosorveglianza in via Vergini. Di nuovo al vaglio sono anche le dichiarazioni dei pentiti al verbale del processo che, con le decine di intercettazioni telefoniche e ambientali e il video, costituivano le prove principali della colpevolezza di Apice. Fu il proprio il pentito Antonio Zaccaro, come riporta Il Mattino, a indicare ai magistrati il movente dell'uccisione: "Mariano Bacioterracino doveva morire, era un superstite, aveva partecipato all’omicidio di Gennaro Moccia". Versione smentita invece dalla famiglia Moccia. Due gradi di giudizio sembravano condurre verso la condanna definitiva e invece il caso viene ora riaperto. Allo stato attuale l’imputato resta detenuto, in attesa di un nuovo processo a Napoli. Se dovessero scadere i termini della custodia cautelare, Apice potrebbe anche tornare in libertà.

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