Omicidio della Smart, conferma a 10 anni per il “giustiziere di Posillipo”
A due anni dall'omicidio dei due presunti rapinatori di 18 e 17 anni, speronati e travolti durante un folle inseguimento a Napoli, il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna a dieci anni Leonardo Mirti, ritenuto responsabile della morte di Emanuele Scarallo e Alessandro Riccio, avvenuta nella notte tra l'8 e il 9 agosto 2013, davanti al Parco Virgiliano, nel quartiere Posillipo. Questa la richiesta del pg nel corso del processo d’appello a carico di Leonardo Mirti, imputato per l'omicidio volontario delle due giovani vittime. Quella notte, secondo la ricostruzione della Procura, Mirti, che si trovava in zona Posillipo, nel cuore della Napoli bene alla guida della sua Smart, fu vittima di una rapina commessa dai due giovani in sella ad uno scooter. Un episodio, che presenta ancora alcuni aspetti oscuri.
I ragazzi, che, come appurato dagli accertamenti degli investigatori, frequentavano l'ambiente dei piccoli rapinatori cresciuti tra il Cavone e la Sanità,nel centro storico di Napoli, secondo la ricostruzione alla base dell'impianto d'accusa, si allontanarono quindi con il cellulare del 31enne, sul motociclo. Poi la tragedia. Mirti ingaggiò un folle inseguimento che terminò con la morte dei due giovani centauri, travolti dalla Smart. Una versione che Mirti, difeso dai penalisti Claudio La Rosa e Bartolo Senatore, ha sempre negato, sostenendo di essere partito in tutta fretta con la sua auto, mosso dalla paura di una nuova rapina, quella della propria auto e di aver investito i due ragazzi in motorino accidentalmente. Una storia che presenta ancora diversi aspetti poco chiari, come il ruolo svolto da presunti complici delle due vittime, ritenute a loto volta responsabili della rapina del telefonino del 31enne e che può contare su sulle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di un negozio in via Posillipo, che documentano l'impatto della Smart. La sentenza è attesa per i prossimi giorni.