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Omicidio di Anatolij, parla uno dei rapinatori: “Mio fratello ha sparato per difendermi”

Interrogato dai giudici Marco Di Lorenzo, uno dei due rapinatori del supermarket, racconta come l’ucraino stesse tentando di disarmarlo: “Mi teneva forte la gola e mi tirava il casco, poi ho sentito lo sparo”.
A cura di An. Mar.
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Marco di Lorenzo
Marco di Lorenzo

È stato sentito dai giudici Marco Di Lorenzo, uno dei due giovani poco più che ventenni che la sera dello scorso 29 agosto hanno compiuto il raid costato la vita ad Anatolij Korol, il muratore eroe che ha morì tentando di sventare la rapina. Il giovane racconta la sua versione di quei tragici e concitati momenti nel supermercato di Castello di Cisterna, dove il 38enne ucraino intervenne ingaggiando una colluttazione con Di Lorenzo, finita poi con due colpi di pistola sparati dal complice e fratello  del 20enne, Gianluca Ianuale".

“Sono entrato pistola in pugno nel supermercato, ho gridato di aprire le casse e ad un certo punto mi sono accorto di un uomo che camminava vicino a me sotto il muro del locale, cercando di non farsi notare” Questo il racconto di Di Lorenzo, riportato da Repubblica.”Poi mi si è parato davanti e mi ha affrontato cercando di disarmarmi. Abbiamo avuto una colluttazione, siamo caduti a terra e lui mi ha afferrato le mani, il collo, la testa sempre nel tentativo di disarmarmi. Anche per questo, cioè perché mi teneva forte la gola e mi tirava il casco, e poi mi era scesa la maschera che indossavo e mi sentivo oppresso nella respirazione, non ricordo molto della colluttazione con quest’uomo” prosegue il giovane. "Non ricordo il particolare che mio fratello l’ha colpito al collo con una penna nel tentativo di liberarmi, questa cosa me l’ha detta dopo Gianluca. Non mi sono neanche accorto che Gianluca aveva preso la pistola che io avevo in mano, ho sentito un colpo, anche se poi sui giornali ho sentito che si trattava di due spari”.

Il racconto prosegue dettagliato con la corsa in scooter il cambio d’abito. Dopo l’omicidio Di Lorenzo va prima a casa della ex suocera poi con gli amici fino alle 3 di notte. Al ritorno l’indomani sul luogo del delitto ci sono dicesse gazzelle dei carabinieri e i due decidono di liberarsi della prove e scappare a Scalea, in Calabria dove verranno arrestati dopo poche ore a seguito di un’indagine lampo, condotta con lo spiegamento di tutte le forze disponibili. I due giovani, i cui profili Facebook nelle ultime ore sono stati invasi da cuori e messaggi di solidarietà di amici e amiche, devono rispondere ora dell'accusa di omicidio. La loro versione è ancora al vaglio degli inquirenti. In memoria della vittima invece, si è svolta ieri la fiaccolata nel comune di Castello di Cisterna.

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